La procura di Livorno, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, è riuscita a scovare un giro di fatture false, legate ai prodotti hi-tech, dal valore di circa 60 milioni di euro. Una rete che si estendeva a livello sia nazionale, fra Livorno, Bolzano ed Avellino, sia internazionale, fra Francia e Germania. Sono 8 le persone arrestate, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e sequestro preventivo di conti correnti immobili e auto per 4 milioni di euro.
Le indagini hanno preso il via nel 2015 e, riporta l’ANSA, hanno permesso di individuare un sistema di “carosello fiscale”, attuato tramite triangolazioni fra le società coinvolte al semplice scopo di evadere l’Iva: alcune ditte individuali, create appositamente per il “carosello”, acquistavano grandi quantità di prodotti hi-tech direttamente dai fornitori francesi e tedeschi. In realtà la merce non veniva consegnata alle ditte che avevano effettuato l’ordine, ma direttamente agli effettivi destinatari. Beneficiari della frode, due persone di Bolzano e un’imprenditrice avellinese. Le società-cartiere poi rivendevano i beni sul territorio nazionale solo formalmente, perché la merce era già stata recapitata ai destinatari, intestandosi conseguentemente un debito Iva che poi non versavano all’Erario.