Per la prima volta dopo sei anni in Germania, il Partito socialdemocratico (Spd) supera nei sondaggi il partito della cancelliera Angela Merkel. L’entusiasmo generato dal sondaggio della Insa per il quotidiano Bild, è dovuto probabilmente alla discesa in campo dell’ex presidente del Parlamento Europeo, Martin Schultz, alla guida dei socialisti del Spd.
Già nei primissimi giorni di febbraio era stato registrato “l’effetto Schultz”, che aveva fatto recuperare ai socialdemocratici 5 punti, portandoli al 26%. Il terremoto politico causato dal ritorno alla politica interna di Schultz porta successivamente a un incredibile recupero, arrivato fino a 11 punti e mezzo. A fare le spese del balzo in avanti della Spd sono anche i due partiti di opposizione, i Verdi e Die Linke, che scendono all’8%. Se gli elettori oggi preferirebbero i socialisti ai popolari Angela Merkel, come leader detiene il 41% delle preferenze, Schultz rincorre al 38%.
La candidatura di Martin Schultz è sostenuta da un tifo che ricorda quasi la prima candidatura di Obama. La copertina dello Spiegel titola “San Martin”. In rete viene chiamato “The Schultz”, un po’ come Trump è “The Donald”. Un fenomeno non solo virtuale, visti i 2mila iscritti alla Spd in una settimana.
Il più giovane di cinque fratelli, Martin Schultz nasce nel 1955 a Hehlrath (oggi Eschweiler). La sua carriera politica si svolge interamente nel Partito Socialdemocratico in Germania, al quale si iscrisse a diciannove anni. Nel 1991 viene nominato membro del consiglio nazionale del partito ma la svolta più importante della sua carriera arrivò nel 1994, eletto per la prima volta deputato al Parlamento europeo. Diventerà presidente di quest’ultimo nel 2004.
Venne coinvolto in un duro scontro verbale con Silvio Berlusconi e criticò Jean-Marie Le Pen. Per Angela Merkel la situazione si complica: Schultz è un rivale più serio, un “peso massimo” che gode di popolarità in grado di compattare il proprio schieramento. Nonostante ciò, ha davanti a se l’anno più difficile della sua carriera.