Anche il mondo dell’arte compie il suo atto di protesta contro Trump. Il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, infatti, ospiterà le opere di alcuni artisti provenienti dai paesi interessati dal decreto anti-immigrazione. Una protesta clamorosa, tra le più importante arrivata finora da una grande istituzione culturale.
Così al quinto piano del grande edificio a vetri sulla cinquantatreesima strada, Picasso lascerà il posto a sette artisti di origine sudanese, irachena e iraniana. La “Notte stellata” di Van Gogh sarà affiancata dal paesaggio dipinto da Zaha Hadid, e i corpi che si uniscono nel celebre abbraccio della “Danza” di Matisse saranno affiancati da un altro gioco di corpi e geroglifici, dipinto dall’iraniano Charles Hossain Zenderoudi.
Accanto a ogni opera, la scritta: “Questo lavoro è di un artista originario di uno dei Paesi ai cui cittadini è negato l’ingresso negli Stati Uniti, secondo il decreto presidenziale del 27 Gennaio 2017 “.
Il museo proietterà, inoltre, anche i lavori di registi soggetti al divieto di accesso al territorio degli Stati Uniti imposto ai cittadini di sette Paesi musulmani (Yemen, Sudan, Somalia, Libia, Iraq, Iran, Siria).
Questo progetto, sposato con grande ardore dai curatori del MoMA, nasce e si unisce alle proteste e ai cortei che si sono svolti in tutti gli Stati Uniti, per manifestare contro il decreto emanato sabato scorso e che consente all’amministrazione Trump di rivedere le disposizioni anti-terrorismo alle frontiere. Decreto che ha già portato all’arresto di 109 persone legalmente residenti negli States. Inoltre, centinaia di persone non hanno avuto il permesso di imbarcarsi sugli aerei e circa 60.000 visti di ingresso sono stati revocati.
Il Moma è l’istituzione culturale più ad aver fatto sentire la sua voce contro il bando, al momento bloccato dalle decisioni della magistratura.
Il museo rappresenta, infatti, un centro nevralgico dell’arte moderna. Ora che la sala in cui è appeso “Le Dame di Avignone” di Picasso lascia il posto ai dipinti di questi artisti, l’arte diventa nuovamente un potente mezzo di resistenza e di protesta politica.