Elemosinare per strada? No, grazie. Il sindaco di Salò Giampiero Cipani risponde così al fenomeno dell’accattonaggio nel suo paese. Una pratica che il primo cittadino considera «indecorosa per la città e umiliante per chi la pratica». Cipani è così corso ai ripari, affiggendo manifesti lungo le vie di Salò: «Noi tutti vogliamo aiutare coloro che chiedono l’elemosina, ma lo dobbiamo fare nel modo corretto, non versando loro saltuariamente per strada qualche spicciolo», si legge nei manifesti.
Per il primo cittadino il fenomeno si è aggravato a causa dell’immigrazione ed è una falsa soluzione. «Non agevoliamo il necessario processo di integrazione di queste persone – aggiunge il sindaco – ma le induciamo a non avere rispetto di sé stesse e del paese che le ospita». Il sindaco definisce l’elemosina un “ostacolo” alla creazione di un servizio di accoglienza efficiente.
Per Cipani chi ha fame può rivolgersi alla Mensa del buon Samaritano presso la locale Rsa. Un’iniziativa che nasce nel novembre del 2015 e raccoglie le eccedenze alimentari delle scuole per donarle ai poveri. «Grazie a questa iniziativa – ricorda il sindaco – tutti i salodiani che ne hanno bisogno possono rivolgersi ai Servizi Sociali del Comune e richiedere la possibilità di consumare gratuitamente un pasto giornaliero presso la locale Casa di Riposo di via Zane dalle ore 13 e 45 alle 14 e 30». Ma il sindaco dichiara che i non residenti «vanno indirizzati ai Servizi Sociali delle loro città».
Il primo cittadino di Salò ricorda inoltre nei manifesti che l’amministrazione investe ogni anno 1,8 milioni di euro per garantire servizi sociali di eccellenza. E si dichiara pronta a donare 4500 euro alla Caritas locale per dare una mano ai bisognosi.