Il nuovo problema del Lazio si chiama occupazione. Secondo i dati diffusi ieri dalla Cgil il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10 % con un aumento del 4% rispetto al 2007. Un dato che, in realtà, potrebbe essere anche più alto dato che, secondo le cifre, i disoccupati dopo tre anni iniziano a smettere di cercare lavoro.
La situazione è stata illustrata con la presentazione del rapporto Sbilanciamoci!, dedicato all’impatto della legge di stabilità, appena presentata dal governo Monti, sui cittadini di Roma e del Lazio.
Tornando all’occupazione, nel solo comune di Roma sono diminuite le assunzioni stabili lasciando il posto al precariato, sempre più lavoratori a termine non sono confermati allo scadere del contratto e aumentano le imprese con dipendenti in cassa integrazione.
Un po’ di dati. Quella del Lazio è una situazione preoccupante come ha evidenziato il segretario Cgil Lazio, Claudio Di Berardino, per cui: «I dati ci consegnano una situazione drammatica di fronte a cui è necessario reagire» e annuncia la partecipazione alla manifestazione nazionale della Cgil organizzata per sabato, 20 ottobre.
Secondo le stime del sindacato, al 30 giugno 2012, i disoccupati si attestano sui 251mila, 20mila in più rispetto alle misurazioni del mese di marzo. Aumentano i cassaintegrati di cui il 75% è solo a Roma e Frosinone, mentre Latina ha avuto un aumento di richieste del 25% solo nel 2012.
Il governo cambi la sua agenda. Se a questo aggiungiamo i 609 milioni di euro che i cittadini del Lazio pagheranno da luglio con l’aumento dell’Iva al 22% (anche se con la riduzione delle prime due aliquote Irpef si risparmieranno 600 milioni, il governo ha previsto un forte taglio di agevolazioni e detrazioni fiscali) il quadro è completo.
Proprio per questo, afferma Di Berardino, «c’è bisogno di rimettere insieme tutte le crisi, dai cassaintegrati, ai precari, ai disoccupati per chiedere al governo di cambiare la sua agenda. Lo stesso chiediamo alle istituzioni locali, quelle del futuro, visto che quelle attuali sono dimissionarie o in vicinanza del voto».
Domenico Cavazzino