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Francia: Penelope Fillon
avrebbe preso 900 mila euro
come portaborse del marito

I detrattori sostengono che si

trattasse di un lavoro fittizio

di Marco Assab01 Febbraio 2017
01 Febbraio 2017

epa05760093 Former French Prime Minister and Les Republicains political party candidate for the 2017 presidential election Francois Fillon (R) and his wife Penelope Fillon (L) attend a political rally in Paris, France, 29 January 2017. Francois Fillon has come under pressure to explain the previous employment of his wife as parliamentary aide while he was a MP and to give details of the work she did. French MPs are allowed to employ family members as aides. EPA/ETIENNE LAURENT

Nuove rivelazioni su Penelope Fillon, la moglie del candidato della destra alle presidenziali Francois Fillon. Il caso, ribattezzato dai media francesi Penelope gate, sta mettendo in forte imbarazzo il leader repubblicano. Secondo il giornale Canard Enchainé, la donna avrebbe intascato 900 mila euro come assistente parlamentare del marito, tra il 1998 e il 2007, e come collaboratrice alla Revue des Deux Mondes, rivista bimensile francese.

Tuttavia, le indagini preliminari dei magistrati, hanno portato alla luce che la signora Fillon non ha mai avuto un badge di accesso e un indirizzo di posta elettronica riconducibili all’Assemblea Nazionale. I detrattori della coppia parlano di lavoro fittizio. Ma Francois Fillon tira dritto e, secondo quanto riferisce BFM-TV citando dichiarazioni alla Reuters, parla di calunnie che non hanno precedenti nella storia della Quinta Repubblica. Stamani ha ulteriormente alzato i toni, parlando di “colpo di stato istituzionale da parte del potere” e, secondo la radio RTL, chiedendo ai suoi di “resistere 15 giorni”.

Antonin Levy, legale di Penelope, ha dichiarato che non c’è nulla di illegale nell’operato della propria assistita, in quanto non sarebbe l’unica in questa situazione: molti assistenti parlamentari provenienti dalla provincia non dispongono di un badge. Relativamente all’indirizzo di posta elettronica, sottolinea l’avvocato, tanti assistenti non ne hanno uno loro ma usano quello del proprio deputato di riferimento.

Fonti di Palazzo Borbone, sede dell’Assemblea Nazionale Francese, concordano sul tema della mail, ma riferiscono che non sia possibile per un portaborse non avere un bagde. Due giorni fa, in una località segreta, gli inquirenti hanno interrogato i coniugi Fillon, mentre ieri mattina si sono svolte delle perquisizioni presso l’Assemblea Nazionale, a Parigi. L’indagine preliminare, che ha il fine di chiarire la natura del lavoro di madame Fillon, ipotizza i reati di abuso d’ufficio e appropriazione indebita.

I giudici francesi stanno imprimendo all’inchiesta un ritmo molto celere, così da conoscere presto il destino di Francois Fillon. Il candidato repubblicano è, nell’area della destra francese, l’avversario di Marine Le Pen per la corsa all’Eliseo. Facile immaginare come le difficoltà di Fillon rappresentino un vantaggio per la Le Pen, in termini di consensi tra i propri elettori di riferimento.

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