Sarà un match in famiglia quello che si giocherà sabato a Melbourne, quando le sorelle Williams si sfideranno nella finale degli Australian Open di tennis, dopo una pausa lunga 14 anni.
Le Williams, a cui certo non manca una spiccata rivalità – ricordiamo che dopo gli Open di Francia del 2002, Venus e Serena erano rispettivamente numero uno e due del ranking di singolare – sono anche una coppia imbattibile quando si parla di doppi: in sedici anni, hanno vinto 4 tornei di doppio misto, occupando il primo posto delle classifiche per otto settimane in totale.
Per la finale di quest’anno, Venus Williams, 36 anni, si è qualificata con pieno merito vincendo sulla rivale e connazionale Coco Vandeweghe, di 11 anni in meno, tre set su tre, portando a casa un punteggio di 6-7, 6-2, 6-3, dopo due ore e mezza di gioco.
Per la più grande delle Williams è la seconda finale in Australia, dopo quella persa nel 2003 contro la sorella minore, la 15esima nei tornei dello Slam, ma la prima in assoluto da Wimbledon 2009.
Più facile la vittoria della 35enne Serena che, in appena 50 minuti di gioco, ha prevalso senza problemi nella semifinale con la quasi coetanea croata Mirjan Lucic-Baroni per 6-2, 6-1.
Per Serena è l’80esima partita vinta all’Open d’Australia che le regala l’ottava finale a Melbourne, con 6 match vinti e uno perso, e la 29esima nei tornei dello Slam.
Per il mondo del tennis, Venus e Serena sono state considerate per lungo tempo, specialmente agli esordi, due afroamericane cresciute a Copton che volevano primeggiare in un mondo dominato dai bianchi. La loro forza è sempre derivata da una famiglia unita e dalla determinazione di un padre che le ha “generate per il tennis”. E magari, in quest’ultima sfida ricorderanno proprio quegli insegnamenti: “Il tennis un giorno finirà, voi resterete sorelle per sempre”.