Se il futuro di Alitalia è incerto, è anche vero che continuerà a parlare italiano. Il problema principale è sempre la liquidità. Grossa attesa del governo per il cda di oggi e per le valutazioni di Ethiad per risollevare la compagnia. Dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi a seguito dell’inchiesta dell’Espresso, oggi lo sguardo è rivolto al futuro che si delineerà nei prossimi dieci giorni.
Cda – La nomina dell’advisor e la revisione dei conti sono i due nodi principali che il cda di Alitalia tenterà di risolvere nella riunione programmata oggi. Secondo le indiscrezioni l’advisor per la parte finanziaria sarà Kpmg, multinazionale olandese dei servizi fiscali, legali e amministrativi alle imprese. Advisor per la parte industriale dovrebbe essere Roland Berger, multinazionale tedesca di consulenza strategica. I due consulenti esamineranno le 158 pagine del nuovo piano Alitalia messo a punto da Cramer Ball, amministratore delegato della compagnia. Poi sottoporranno le loro valutazioni agli azionisti. La valutazione complessiva dovrebbe arrivare nel giro di una o due settimane.
Il piano – Il piano quinquennale starebbe dando i primi frutti attraverso la rinegoziazione di alcuni contratti con i fornitori. La situazione però resta critica. La compagnia perde 500 mila euro al giorno. L’azionista forte Etihad Airways ha ribadito il suo impegno nel portare il bilancio in positivo grazie a una iniezione di capitale di 100 milioni e con la conversione di obbligazioni. Con la compagnia tedesca Lufthansa vanno avanti le intese commerciali e si discutono nuovi accordi, ma per ora nessuna alleanza. Per ridurre i costi il piano prevede due strategie di business: uno per i voli a lungo raggio ed uno per rotte domestiche a corto e medio chilometraggio. Altro capitolo è il raddoppiamento delle vendite di prodotti a bordo. Infine la rinegoziazione dei rapporti tra Usa, Italia, Canada e Messico con analisi specifiche sui singoli scenari.
Low cost – Alitalia prevede un netto aumento dei ricavi puntando ad essere competitiva nelle rotte domestiche senza diventare una compagnia low cost. La quota dei voli nazionali Alitalia è oggi pari al 54%, in leggero calo rispetto a qualche anno fa. Questa scelta contrasta quelle fatte da altre compagnie aeree europee come AirFrance-Klm, che è scesa al 18 per cento, Lufthansa al 17% e British-Iberia al 24%. Il mercato europeo dei voli a breve raggio è infatti in mano alle compagnie low cost come Ryanair e Easyjet.
Lungo raggio – Affinché Alitalia possa gestire le rotte in Europa è necessario che la compagnia resti europea. A stabilirlo è una norma Ue per la quale almeno il 51% degli azionisti deve essere continentale. Il nodo della questione riguarda i maggiori azionisti di Alitalia, che sono Poste, banca Unicredit e Intesa Sanpaolo. Questi ultimi hanno confermato la piena fiducia a Ethiad, ma non senza poter investire ulteriormente. Ad essere penalizzati sono stati proprio quei collegamenti a lungo raggio sui quali puntava l’azionista arabo. Secondo i dati del 2015, Alitalia nel mercato europeo traghetta circa 23 milioni di passeggeri, in calo rispetto ai 30 del 2005. Strategia in netto contrasto con i suoi competitor europei.
Lo Stato – Gli investimenti da parte del governo italiano sono arrivati solo in parte. Ethiad ha ottenuto due nuove rotte intercontinentali che collegano Linate con la Russia e con Abu Dhabi. Sulle rotte domestiche invece, il governo ha fatto retromarcia. Quando lo scorso anno alzò le tasse aeroportuali, la minaccia di Ryanair di abbandonare alcuni aeroporti fu più forte. Oggi le compagnie lowcost controllano il 48 per cento del mercato interno italiano.
Alitalia gestisce oggi circa il 18% del mercato interno, secondo vettore dietro Ryanair che è a quota 23%. Il futuro di Alitalia è incerto. Secondo le indiscrezioni nel futuro di Alitalia ci sarebbe un asse con Lufthansa per la creazione di una sorta di vettore regionale.