Il procuratore egiziano, Nabil Ahmed Sadek, ha concesso all’Italia l’analisi degli ultimi video che ritrarrebbero il ricercatore Giulio Regeni, scomparso il 25 gennaio scorso al Cairo e poi trovato morto nove giorni dopo con evidenti segni di tortura sul corpo.
Prima di sparire, il ricercatore sarebbe passato davanti alle telecamere di sorveglianza nella stazione della metropolitana nella zona di Dokki. Queste immagini non sarebbero più visibili e l’Egitto dichiara di non essere in grado di recuperarli. L’analisi passa quindi nelle mani di esperti italiani e di un’azienda tedesca specializzata nel recupero di questo tipo di filmati. Spetta a loro fare luce su questa vicenda.
Intanto l’Amnesty International Italia ha organizzato una giornata di solidarietà e mobilitazione per il prossimo 25 gennaio, a un anno esatto dalla scomparsa del ricercatore italiano. In molte piazze alle ore 19:41 (quando Giulio è uscito di casa per l’ultima volta prima di sparire nel nulla) verranno accese delle fiaccole, ma l’appuntamento principale si terrà a Roma, all’Università Sapienza, dove verranno letti estratti dei diari di viaggio di Regeni e interverranno, in collegamento telefonico, i suoi genitori.