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HomePolitica Italicum: domani la sentenza della Corte Costituzionale, partiti in fermento

Italicum: domani sentenza
della Corte Costituzionale
partiti in fermento

Ballottaggio, capilista bloccati

e candidature plurime tra i nodi

di Marco Assab23 Gennaio 2017
23 Gennaio 2017

Settimana decisiva per le sorti della legislatura e per capire quando (e come) gli italiani saranno chiamati alle urne. Domani la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’Italicum, con ogni probabilità modificando la legge elettorale che, nelle intenzioni del governo Renzi, doveva regolare l’elezione dei soli Deputati a fronte della fine del bicameralismo perfetto. Tuttavia non è escluso che i giudici possano prendersi qualche giorno in più per decidere e, comunque, per le motivazioni della sentenza bisognerà attendere.

Quel che è certo è che, seppur corretta nei suoi punti giudicati incostituzionali, l’Italicum resterebbe una legge elettorale non compatibile con il Consultellum ancora in vigore al Senato (vale a dire il Porcellum a suo tempo modificato dalla Corte). Si renderebbe dunque necessario un intervento del Parlamento per armonizzare, rendere omogenei, i due sistemi elettorali. Solo in questo modo si potranno garantire maggioranze stabili al Paese.

I punti dell’attuale legge che potrebbero andare incontro a modifica da parte della Corte sono diversi. Tra i più importanti il ballottaggio, il secondo turno dove si sfidano le due liste che hanno ottenuto più preferenze senza però toccare la soglia del 40%, che dà automaticamente diritto al premio di maggioranza. Attualmente non è prevista una soglia minima di sbarramento per accedere al ballottaggio, ciò significa che, potenzialmente, potrebbe vincere le elezioni (con annesso premio di maggioranza) una lista che ha preso il 20% delle preferenze al primo turno. Si formerebbe dunque una maggioranza rappresentante un consenso popolare effettivo molto limitato.

C’è poi la questione relativa ai capilista bloccati e la possibilità per questi di candidarsi in più collegi, ma non solo. É molto probabile che la Consulta si pronunci sulla discussa possibilità, per il capolista candidato in più collegi, di scegliere, in caso di vittoria multipla, in quale essere eletto, determinando così l’ingresso a Montecitorio dei “numeri due” nelle altre liste.

C’è molto fermento tra i partiti, soprattutto quelli di opposizione, per conoscere l’esito di questa sentenza. Ma al di là del furore propagandistico, la realtà dice che se i due rami del nostro Parlamento non saranno regolati da leggi elettorali omogenee sarà difficile andare alle urne e, qualora si andasse, sarà altrettanto difficile la formazione di una stabile e duratura maggioranza.

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