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Il piano del WWF per risolvere gli investimenti costosi degli inceneritori

di Marco Stiletti03 Maggio 2012
03 Maggio 2012

Da almeno quindici anni nella Regione Lazio sembra non si possa avere altra scelta che quella di investire su impiantistica da combustione e realizzazione di discariche. Un criterio che secondo il dossier presentato oggi dal WWF si rivela significativamente costoso e con un risultato in termini di benefici ambientali ed economici addirittura dannoso.

Da un confronto con gli altri stati europei in Italia i disincentivi fiscali sullo smaltimento sono molto bassi e non riescono a disincentivare tale pratica. Anche per questi motivi si continuano a programmare nuovi impianti di trattamento termico e discariche. Per quanto riguarda il Lazio l’ammontare dell’ecotassa è ferma ai valori del 1997, ciò fa si che vengano smaltiti circa l’85% dei rifiuti prodotti pari a 2 milioni e 800 mila di tonnellate annue. Questo calcolo dimostra che c’è una riduzione della produzione dei rifiuti con le capacità residue degli impianti di trattamento termico di Malagrotta, Colleferro e San Vittore risultano in ogni caso più che sufficienti a soddisfare la domanda e che, quindi, l’impianto aggiuntivo di Albano costituisce solo un inutile spreco di risorse pubbliche. Il WWF ritiene che il costo dell’ecotassa dovrebbe essere aumentato, al fine di disincentivare smaltimento ed incenerimento, vincolando inoltre  la destinazione dell’ammontare realizzato al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio. Sottrarre le incentivazioni per l’impiantisca da combustione, destinandoli alla raccolta differenziata darà modo di programmare la progressiva uscita dalla dipendenza delle discariche e degli inceneritori, contribuendo, inoltre, all’abbassamento dei costi del sistema in generale e soprattutto sulle tariffe applicate ai cittadini.

Il presidente del WWF e quelle Lazio A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, –– dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio – pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma,  si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso”. Siamo molto interessati alle azioni che assumerà il Ministro Clini. Infatti potrebbe partire dal caso del Lazio per rivedere le politiche di gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Spetta allo Stato introdurre meccanismi di sostegno e di disincentivazione fiscale ed economica, che sono il migliore strumento a disposizione delle Amministrazioni per cambiare i modelli di gestione. Come è successo in altri stati europei, potrebbe avvenire anche nel nostro Paese. – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Lo studio, che presentiamo oggi, sfata molti miti, a cominciare da quello che una maggiore raccolta differenziata costa di più. Infatti, i costi unitari di gestione dei rifiuti sono più alto dove è più basso il livello di differenziazione. Inoltre, dimostra come nel Lazio esistono già oggi risorse sufficienti per sostenere la raccolta porta a porta, la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti. E’ dunque solo una questione di volontà.”

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