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Costa Concordia, secondo giorno di udienza: Schettino torna in aula

di Fabio Grazzini16 Ottobre 2012
16 Ottobre 2012

E’ iniziata oggi, all’interno del teatro Moderno di Grosseto, la seconda udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della nave da crociera Costa Concordia, nel cui naufragio, il 13 gennaio scorso, persero la vita 32 passeggeri.
In aula, per il secondo giorno consecutivo, l’ex-comandante del natante, Francesco Schettino che, raggiunta l’aula con la sua automobile, è entrato nell’edificio da un ingresso secondario riuscendo a schivare i giornalisti e le loro domande. Silenzio stampa improvvidamente interrotto col rispondere al ringraziamento ironico di Patrizia, una naufraga astigiana incontrata nel foyer del teatro, alla quale ha temerariamente ribattuto: «Ma si figuri: io ho fatto solo il mio dovere, ho cercato di dare il massimo».

Il processo. Gli incontri tra accusa, difesa e rappresentanti delle parti offese dureranno l’intera settimana, durante la quale i periti utilizzeranno i risultati del loro lavoro per dare risposta ai 50 quesiti posti dal gip Valeria Montesarchio per fare emergere con chiarezza, uno dopo l’altro, il susseguirsi degli eventi che portarono all’affondamento della nave.
Oltre ai nove indagati (tra i quali spiccano il vice di Schettino, Ciro Ambrosio, l’ufficiale Salvatore Ursino e il responsabile dell’Unità di crisi della flotta di Costa Crociere, Roberto Ferrarini), in aula sono presenti il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, i suoi sostituti – Alessandro Leopizzi, Maria Navarro e Stefano Pizza – e 125 avvocati difensori di parti offese, periti e collaboratori. Oggi in particolare la parola passerà ai magistrati, che avranno la facoltà di fare osservazioni sugli esami svolti dai periti, mentre domani i riflettori si accenderanno su consulenti e avvocati delle parti.

La difesa dell’ex-comandante. L’avvocato di Schettino, Bruno Leporatti, sembra aver voluto costituire la propria strategia difensiva sullo scarico di responsabilità. Per ottenere questo risultato, ieri ha quindi sollevato tre eccezioni fondate sulla maxiperizia. La prima, la più importante, ha riguardato il timoniere indonesiano Jason Rusli, il quale, durante il tristemente famoso inchino all’isola del Giglio, sembrerebbe non aver compreso un ordine di virata dato in inglese dal comandante, ruotando il timone a sinistra invece che a destra. Ma il gip, dopo essersi riunito in camera di consiglio per circa un’ora e mezzo, ha deciso di respingere tutte e tre le eccezioni.
Sempre ieri, incontrandosi con un naufrago che si augurava che la verità venisse accertata presto, l’ex-comandante si è detto pubblicamente d’accordo, sostenendo che «la verità dev’essere appurata».


Fabio Grazzini

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