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HomeSport La crisi dei Lakers continua la soluzione è Magic Johnson eroe del Nba anni ottanta

Lakers, squadra in crisi
pesa l'addio di Bryant
si pensa a Magic Johnson

Possibile un ruolo dirigenziale

per l'ex leggenda gialloviola

di William Valentini18 Gennaio 2017
18 Gennaio 2017

I Los Angeles Lakers sono la franchigia più vincente della Western Conference, il girone di qualificazione per i “playoff” destinato alle squadre della costa ovest degli Stati Uniti. Tuttavia, sono tre anni che la franchigia gialloviola non si qualifica alle fasi finali della stagione. Nemmeno l’ingaggio di Coach Luke Walton, il più giovane della Lega, è riuscito a sollevare le sorti della società Californiana: dopo le iniziali vittorie i Lakers hanno inanellato 21 sconfitte. Non solo, alla crisi di risultati si aggiunge una crisi di leadership culturale che la società ha sempre avuto nel suo spogliatoio: il 13 aprile 2016 ha giocato la sua ultima partita con la canottiera gialloviola Kobe Bryant, giocatore fortissimo e anima della squadra.

Per risolvere questa crisi, la dirigenza della società ha pensato ad un grande ritorno, quello del predecessore di Kobe Bean Bryant. È stata Jeanie Buss la co-proprietaria del club californiano, a organizzare un incontro nel ristorante dello Staples Center, prima della sfida che i Lakers hanno perso contro Denver (121-127 con 14 punti di Danilo Gallinari), con Earvin “Magic” Johnson, ex stella Nba e leggenda della squadra tra gli anni tra gli anni ’80 e 2000. Il motivo dell’incontro non è stato specificato ma la notizia di un ritorno di Magic ha fatto strabuzzare gli occhi a tutti i tifosi “lacustri” e a tutti gli appassionati della palla a spicchi. Johnson è una leggenda della squadra non solo per meriti sportivi. Il 57enne, infatti, vinse cinque titoli NBA con i Lakers prima di dover abbandonare la Lega a causa dell’AIDS. Tornò per un breve periodo da allenatore. Sempre in gialloviola, naturalmente. Magic è già stato socio del club: fino al 2011 conservava 5% delle quote della franchigia, che poi vendette per rimanere soltanto co-proprietario dei Los Angeles Dodgers di baseball.

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