Al via domani a Davos, in Svizzera, la 47esima edizione del World Economic Forum (Wef), l’organizzazione internazionale che ogni anno ospita politici, imprenditori, banchieri ed economisti di tutto il mondo. A far da sfondo alle sfide economiche del 2017 la complessa situazione politica internazionale, dall’imminente arrivo di Trump alla Casa Bianca alle prossime elezioni in Francia.
Tra i big presenti a Davos dal 17 al 20 gennaio la premier britannica Theresa May, la presidente dell’FMI Christine Lagarde, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il fondatore di Microsoft Bill Gates. Uno degli ospiti più attesi sarà senz’altro Xi Jinping, poiché sarà la prima volta di un presente cinese al Forum economico mondiale. Ad accompagnare Xi a Davos ci sarà una folta delegazione, composta tra gli altri dal fondatore del gruppo Alibaba Jack Ma e dal presidente di Huawei Sun Yafang. L’arrivo del presidente cinese a Zurigo è stato accolto dalle proteste di un gruppo di tibetani in esilio in Svizzera.
Le proteste, d’altronde, sono quasi un’abitudine al Forum di Davos, visto da molti come un gruppo di big dell’imprenditoria e della politica che si riuniscono per decidere le sorti economiche e finanziarie del pianeta.
Il nostro Paese si presenterà alla quattro giorni con le ossa rotte. Secondo quanto emerge dall’ultimo “The inclusive growth and Development Report 2017″ stilato dal Wef, infatti, l’Italia risulta al 27esimo posto su 30 economie prese in considerazione, superata in peggio dal Portogallo e dalla Grecia. I Paesi più virtuosi risultano essere invece la Norvegia, il Lussemburgo, la Svizzera e l’Islanda, mentre la Germania è solo al 13esimo posto e la Francia al 18esimo.
Nel preparare questa classifica il Forum economico mondiale ha tenuto conto di un nuovo indicatore economico, l’Inclusive Development Index, che esamina non solo la ricchezza del Paese, ma la sua capacità di far quadrare la crescita con l’uguaglianza sociale, l’efficienza delle infrastrutture e dei servizi, la capacità di fare impresa in un ambiente favorevole e, soprattutto, in maniera etica.
Dal rapporto del Wef emerge inoltre che la difficoltà di raggiungere una crescita inclusiva viene dal 51% delle economie prese in considerazione dove negli ultimi 5 anni l’indice Idi è sceso inesorabilmente. Tutti temi di stretta attualità di cui sicuramente si discuterà in questi giorni a Davos.