Spiavano i politici, violavano i sistemi informatici e raccoglievano notizie, monitorando le attività di pubbliche amministrazioni e studi professionali privati. Sono queste le accuse della magistratura romana nei confronti di un ingegnere informatico e di sua sorella. Residenti a Londra, ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell’alta finanza capitolina, i due sono stati arrestati ieri per procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
Dagli esponenti della politica agli imprenditori di livello nazionale, la lista delle vittime della “centrale di cyberspionaggio” comprende nomi illustri e altisonanti. Le caselle di posta personale di Mario Draghi, Matteo Renzi e Mario Monti sono state, infatti, violate. L’indagine, svolta dagli specialisti della polizia postale e denominata “Eye Pyramid”, ha consentito di interrompere la raccolta di notizie riservate e dati sensibili. Una vera e propria attività di dossieraggio, quella intrapresa dall’uomo e dalla sorella, che ha permesso agli inquirenti del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, di acquisire “concreti elementi probatori in merito ad attività criminali da loro pianificate e condotte, consistenti nella gestione di una botnet con finalità di cyber-spionaggio in danno di Istituzioni e Pubbliche Amministrazioni, politici di spicco, studi professionali e soggetti di rilievo nazionale”.
Secondo gli investigatori, la condotta illecita dei due andrebbe avanti da anni. Non solo: stando agli ultimi sviluppi, l’uomo e la donna avrebbero utilizzato “una estesa rete di computer preliminarmente infettati, tramite la diffusione di un malware denominato “Eye Pyramid” (da cui deriva il nome l’operazione), acquisendo dalle vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili e informazioni gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi”. Questi ultimi sono stati sequestrati dagli operatori della Polizia Postale, grazie al prezioso ausilio dei colleghi della Cyber Division dell’F.B.I. statunitense, che consentiranno di accertare ulteriori dettagli utili all’indagine.