Una cerimonia intensa per rendere omaggio a una leggenda dello sport: Tim Duncan, ex cestista e simbolo dei San Antonio Spurs. Per diciannove lunghi anni ha indossato quella maglia numero 21 che d’ora in poi nessun altro giocatore potrà possedere.
Subito dopo il match tra Spurs e New Orleans, vinto dai padroni di casa per 113-100, l’AT&T Center si è trasformato in un palco per la festa in onore di Duncan, con la quale è stata ufficialmente ritirata la sua maglia. Commossi gli ex compagni e soprattutto lo storico coach, Gregg Popovich, che quasi in lacrime ha espresso parole di grande stima verso il suo pupillo: «Timmy è come un figlio: saremo legati a vita. In campo non abbiamo mai discusso: se Tim pensava che io avessi torto, era comunque troppo educato per rispondere male, quindi mi ignorava. E stiamo parlando – ha sottolineato Popovich – della migliore ala-centro nella storia del gioco». Non solo un grande campione, quindi, ma anche un grande uomo: un vero modello di comportamento – con quel carattere taciturno – per tutti i suoi compagni.
E a proposito di compagni, non potevano non intervenire Tony Parker e Manu Ginobili, che con Duncan hanno condiviso anni di straordinaria carriera. «Rende migliore chi gli sta attorno, e questa è la vera definizione di superstar», ha detto il play francese. «Certo, gli importava che la squadra vincesse, ma gli importava prima di tutto dei suoi compagni», ha aggiunto l’esterno argentino.
Probabilmente Duncan avrebbe fatto a meno di questa cerimonia in suo onore, restio com’è alle celebrazioni e ai riflettori. Ma alla fine, dopo tutti gli altri interventi, è toccato a lui prendere la parola per ringraziare amici ed ex compagni. Scherza Duncan – che per l’occasione ha abbandonato i soliti jeans per indossare un completo scuro – mentre i tifosi si spellavano le mani per applaudirlo. Rivolge parole dolci a Popovich, che «è stato più di un allenatore. È stato un padre per me», mentre ai compagni dice: «Ho avuto più io dai miei compagni, di quanto loro possono dire di aver avuto da me». Sul soffitto dell’AT&T, tra le maglie delle leggende degli Spurs, adesso campeggia anche la numero 21.