La numero uno del Fondo Monetario Internazionale, la francese Christine Lagarde, è stata accusata ieri di “negligenza” nell’affaire Tapie, un caso di frode finanziaria risalente a quasi dieci anni fa, quando era il ministro dell’Economia francese sotto la presidenza Sarkozy. La Cour de Justice de la République, il tribunale dei ministri di Parigi, ha deciso di dispensare la direttrice dalla pena, che altrimenti poteva prevedere un anno di carcere o un’ammenda di 15mila euro.
Il caso Tapie-Adidas iniziò nel lontano 1992, quando l’imprenditore Bernard Tapie, divenuto Ministro delle Città sotto la seconda presidenza di François Mitterrand, fu costretto a cedere la sua azienda, l’Adidas, alla banca pubblica Credit Lyonnais, per evitare il conflitto d’interessi. L’anno successivo la filiale riuscì a vendere la sua quota a una cordata d’investitori a soli 135,5 milioni di euro. Una controllata di Crédit Lyonnais, SDBO, era tra gli acquirenti che comprarono l’Adidas, partecipando per il 19 per cento all’operazione. L’anno dopo la società fu rivenduta a 701 milioni di euro, garantendo anche alla banca un buon guadagno. Tapie si sentì truffato e ricorse alla giustizia.
Siamo dunque arrivati al 2007, quando la Lagarde era ministro dell’Economia in Francia. Decise di nominare tre magistrati che si sarebbero occupati dell’arbitrato privato che avrebbe messo fine alla contesa. Dopo un anno a Bernard Tapie fu concesso un indennizzo di 404 milioni di euro, interamente proveniente dalle casse dello Stato. La decisione portò a grandi polemiche su un ipotetico inciucio tra l’imprenditore e Sarkozy, fino al suo definitivo annullamento nel 2015: Tapie è stato costretto a restituire l’ingente somma di denaro e Christine Lagarde è finita sotto processo. L’accusa è di aver rinunciato a ricorrere contro quel maxi-risarcimento con eccessiva “leggerezza”.
La condanna alla direttrice del FMI è solo “parziale”. «Avremmo certamente preferito l’assoluzione piena e semplice. La corte ha deciso di non imporle una pena qualsiasi e di non intaccare il suo casellario giudiziario – ha detto il suo legale Patrick Maisonneuve all’uscita dal tribunale –. Ora abbiamo la possibilità di ricorrere in Cassazione: esamineremo questa opzione, ma considerato che non c’è nessuna pena credo che non sarà necessario». Lagarde non presenterà appello, anche perché il board del FMI si è detto assolutamente fiducioso nelle capacità della direttrice di portare avanti l’incarico affidatole.
Nonostante questo, Christine Lagarde è già la seconda francese al FMI ad essere coinvolta in uno scandalo giudiziario: il suo predecessore, Dominque Strauss-Kahn, nel 2011 fu costretto a lasciare il posto, accusato di tentativo di stupro nei confronti di una cameriera di New York.