Gli Stati Uniti d’America hanno un nuovo ambasciatore in Israele. Il nuovo capo della diplomazia tra i due paesi, nominato da Donald Trump, sarà l’avvocato David Friedman, suo consigliere durante la campagna elettorale per gli affari Usa-Israele. Ma questa non è l’unica novità: sembra che anche la sede dell’ambasciata sarà coinvolta nella rivoluzione. Il futuro diplomatico ha infatti dichiarato di non veder l’ora di “lavorare all’ ambasciata Usa nella capitale eterna di Israele, Gerusalemme”. Ciò conferma la volontà di Donald Trump di spostare l’ambasciata americana, che da 68 anni a questa parte ha sede a Tel Aviv.
Se una tale mossa venisse confermata, sarebbe sicuramente fonte di ulteriori conflitti nella regione, mettendo in pericolo il processo di pace. Gerusalemme rappresenta una spinosa questione tra israeliani e palestinesi. I primi l’hanno annunciata come loro capitale, anche se non è mai stata riconosciuta come tale dall’ONU, mentre i palestinesi la rivendicano come capitale del loro futuro Stato.
In base al Jerusalem Embassy Act varato dal Congresso americano nel 1995, l’ambasciata Usa dovrebbe spostarsi da Tel Aviv a Gerusalemme. Tuttavia dai tempi della presidenza Clinton è consuetudine firmare una nuova proroga semestrale per mantenerla a Tel Aviv, per motivi di sicurezza nazionale e per non compromettere il processo di pace.