Aumento delle disponibilità liquide del Tesoro e del fabbisogno mensile delle Amministrazioni pubbliche: sono queste, secondo la Banca d’Italia, le variabili che hanno influito sull’aumento del debito pubblico italiano a ottobre di quest’anno. In mattinata infatti sono stati resi noti i dati più recenti relativi al debito italiano, che ha raggiunto 2.223,8 miliardi di euro. Un incremento di 11,2 miliardi di euro rispetto alle cifre relative a settembre. È il primo aumento dopo due mesi di calo.
I dati. Un maggior numero di investimenti, quindi, hanno permesso al Tesoro di aumentare di 8,4 miliardi i crediti dovuti agli investitori rispetto a settembre. Allo stesso tempo le spese mensili delle pubbliche Amministrazioni sono costate 2,9 miliardi di euro in più. Per ciò che concerne le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato, queste hanno raggiunto quota 32,6 miliardi di euro. Ad ottobre dello scorso anno tali entrate contavano 2,6 miliardi in meno. In generale, nei primi dieci mesi dell’anno corrente i guadagni dello Stato dovuti ai tributi sono aumentati del 5% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Come di consueto, la nota di Bankitalia precisa che al netto di alcune disomogeneità contabili e temporali, riguardanti principalmente l’Iva, le ritenute Irpef, il canone Rai e l’imposta di bollo virtuale, si può stimare che questa dinamica sia stata in realtà un po’ più contenuta. Riguardo invece ai sottosettori, l’unico debito ad essere rimasto invariato è quello degli Enti di previdenza. Al contrario, quello delle Amministrazioni centrali è aumentato di 12,2 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,1 miliardi. Ciò ha comportato, in dieci mesi, un aumento complessivo di 51,1 miliardi del debito delle Amministrazioni pubbliche.
Il trend. Il debito pubblico italiano veniva da due mesi di calo. Se ad agosto aveva toccato quota 2.224,7 miliardi, registrando la prima discesa da dicembre 2015, a settembre aveva fatto ancora di meglio: 2.212,6 miliardi. Va comunque ricordato che normalmente il debito viene espresso in rapporto al PIL, con una percentuale per valutarne la sostenibilità. A tal proposito, da una lettura dall’alto dei dati relativi agli ultimi sette anni si denota un generale costante aumento del debito. Dal 116,1% del 2009, al 132,7% del 2015. Tutto lascia pensare che tale percentuale a fine 2016 aumenterà ancora.