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civili bloccati negli autobus
città a ferro e fuoco

Il dramma di Aleppo
civili bloccati negli autobus
città a ferro e fuoco

di Alessio Foderi14 Dicembre 2016
14 Dicembre 2016

epaselect epa05674534 A general view down a street with damages in Aleppo, Syria, 13 December 2016. Russia's Ambassador to the UN announced that the Syrian government's army has on 13 December taken full control over the city of Aleppo. EPA/STRINGER

I bus verdi con i manifesti del presidente Bashar al-Assad avrebbero dovuto portare via i civili dal quartiere orientale di Aleppo. Ma sono ancora lì, in stallo. Alcuni media libanesi riferiscono che starebbero addirittura rientrando nei depositi. Se il presidente, con l’aiuto di Russia e Iran, è riuscito a cacciare dalla città i ribelli, ci si interroga adesso sulla sorte delle migliaia di persone coinvolte. Per questo, ieri sera è stata firmata una tregua fra le forze governative e i gruppi oppositori.

La Siria è da quasi cinque anni teatro di una sanguinosa guerra che vede nella città di Aleppo l’epicentro. I ribelli, confinati nei quartieri orientali della città, si sono arresi ieri alle truppe governative, supportate dall’aviazione russa e dalle milizie iraniane. Nonostante il cessate il fuoco, i bombardamenti governativi siriani sembrerebbero ripresi. Ad Aleppo est resisterebbero infatti ancora alcuni focolai nelle mani degli insorti. Secondo altre fonti sarebbero però stati proprio i miliziani anti-Assad ad aver colpito gli autobus in partenza, attacco che però è stato respinto. La televisione di stato siriana riporta che sei persone sono state uccise da razzi lanciati dai ribelli sul quartiere Bustan al Qasr.

Le versioni sulla vicenda divergono: il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha annunciato che la situazione si sbloccherà «in un paio di giorni». Ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani riporta che la città sarebbe tuttora a ferro e fuoco a dispetto della tregua firmata. Il politico turco Cavusoglu fa sapere che «la popolazione evacuata da Aleppo sarà ospitata anche in Turchia». La Mezzaluna rossa turca sta infatti lavorando per ampliare la sua capacità di accoglienza nei campi nel nord della Siria. «Mille civili sono arrivati ieri notte a Idlib» ha detto all’agenzia Anadolu il suo responsabile, Kerem Kinik.

Il sito del Ministero della Difesa russo riporta che nelle ultime 24 ore quasi seimila civili sono stati evacuati dai distretti orientali di Aleppo. Altre fonti affermano che le forze presidenziali avrebbero ucciso decine di persone nelle stesse zone. Le stime sono approssimative e la situazione fumosa: l’unica certezza è il coinvolgimento di donne e bambini. Per questo arriva l’appello dell’Unicef, lo sgomento dell’Onu e l’indignazione di Medici Senza Frontiere per la violenze  che si stanno consumando.

 

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