Sul tavolo della Commissione Vigilanza Rai è arrivato ieri il piano di rilancio delle reti pubbliche, firmato dal nuovo dirigente generale, Luigi Gubitosi. Confermate le voci che circolavano già il mese scorso, riguardanti i contratti per i dipendenti e la chiusura di Viale Mazzini.
I numeri delle perdite. A settembre la nuova dirigenza Tarantola-Gubitosi ha pubblicato il bilancio di previsione dell’azienda per il 2012, cancellando qualsiasi slancio di ottimismo che la relazione 2011, approvata dall’ex dirigente Lorenza Lei, aveva generato: alla fine dell’annola Rai chiuderà con un buco di 200 milioni di euro. Nel piano di rilancio consegnato ieri, Gubitosi specifica le perdite per il settore radiofonico, “un mezzo trascurato che ha dissipato 24 milioni di introiti dal 2007 ad oggi” e ribadisce l’importanza che ha avuto il rinnovo dei vertici della concessionaria pubblicitaria Sipra, operata sempre il mese scorso. “Nella raccolta pubblicitaria – scrive il dirigente generale –la Rai ha perso significative quote di mercato in maniera ingiustificata rispetto all’andamento degli ascolti dello stesso periodo, visto chela Rai arretra di soli 2 punti percentuale contro i 4,4% di Mediaset”.
Basta appalti esterni. I quattro centri di produzione Rai (Roma, Milano, Napoli e Torino) ospitano nell’insieme 3.634 lavoratori a tempo indeterminato e506 a tempo determinato. Una risorsa consistente, che non giustifica le tante concessioni a ditte esterne per la realizzazione di programmi, tra cui molte trasmissioni di punta, che andranno pertanto ridotte. I programmi di Fabio Fazio sui Rai3, “Che tempo che fa” e “Vieni via con me” vengono confezionati dalla Endemol; lo show di Fiorello “Il più grande spettacolo dopo il week-end” è stato prodotto da Ballandi, la stessa società che lavora anche al talent-show “Ballando con le stelle”.
Rinnovare i contratti. Una delle voci che pesa di più sul bilancio dell’azienda sono gli stipendi degli 11 mila dipendenti. Ridisegnare alcune figure professionali e riconsiderare l’attuale contratto del personale Rai non giornalistico è ormai una priorità. Una delle ipotesi è abbracciare la tipologia contrattuale delle telecomunicazioni, che fa capo al contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici, oppure quello delle tv private: si potrebbe così risparmiare sul fronte degli straordinari e delle “maggiorazioni” derivanti, ad esempio, dal lavoro notturno. Gubitosi vede necessario un “ammodernamento” nei rapporti lavorativi azienda-dipendenti, ora caratterizzati da “elementi da tempo superati”. Il prossimo incontro con i sindacati è stato fissato per il 17 ottobre ma la questione si prospetta tutt’altro che facile da gestire. “Sia Masi chela Lei hanno già tentato di farci digerire il cambio di contratto, che ovviamente abbiamo respinto – sostiene Piero Pellegrino, segretario nazionale del sindacato autonomo Snater – e se anche Gubitosi cercherà di fare lo stesso, lo respingeremo. Si riducano prima le collaborazioni esterne che non hanno motivo di esistere”.
Troppi affitti. Nel piano di rilancio viene infine analizzato il problema delle spese relative agli affitti degli immobili.La Rai occupa 750 mila metri quadri di stabili di cui 90 mila in affitto. Anche su questo fronte andranno operati dei tagli. E’ stata intanto ufficializzata la chiusura della sede storica di viale Mazzini a Roma: per consentire la bonifica dall’amianto nel palazzo, i dipendenti verranno tutti trasferiti tra il 2013 e il 2014.
Giulia Di Stefano
Spending review in casa Rai: in arrivo nuovi contratti e la chiusura di Viale Mazzini.
11 Ottobre 201257