L’operazione Ecosistema si è conclusa questa mattina con diciotto arresti eseguiti dai Carabinieri tra la provincia di Reggio Calabria – in particolare nell’area del basso Jonio Reggino – e nelle Marche.
L’inchiesta,coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, prende le mosse dalle due precedenti operazioni “Ada” e “Ultima spiaggia” che hanno colpito i vertici delle cosche Iamonte e Paviglianiti, padrone incontrastate nei territori del basso Jonio reggino al punto da condizionare le elezioni comunali del 2014 nel Comune di San Lorenzo.
Pesanti le accuse per gli arrestati: concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia; tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento. Tra le altre imputazioni troviamo falsa testimonianza, corruzione per l’esercizio della funzione, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
Il blitz ha coinvolto numerose figure istituzionali locali: sono finiti infatti agli arresti domiciliari il Sindaco di Bova Marina Vincenzo Crupi di area Pd, accusato di corruzione per l’appalto per la raccolta dei rifiuti nel suo comune; il vicesindaco di Brancaleone Giuseppe Benavoli, l’assessore all’ambiente Giuseppe Domenico Marino e l’assessore al turismo Alfredo Zappia per atti contrari ai doveri d’ufficio. Obbligo di dimora anche per l’assessore allo sport e turismo del Comune di Condofuri, Salvatore Trapani, con l’accusa di corruzione per un atto d’ufficio. Coinvolto anche il Dirigente del Settore Agricoltura – Caccia e Pesca della Provincia di Reggio Calabria, Ing. Carmelo Barbaro, nonché l’ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria sempre di area PD accusato insieme all’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Melito di Porto Salvo, ing. Francesco Maisano.
Arrestati anche imprenditori e professionisti, come i titolari delle imprese di smaltimento rifiuti Saro Azzarà e Carmelo Ciccone.Il primo è il titolare della società Ased per la raccolta di rifiuti che,secondo il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, costituiva una riserva di voti con cui condizionare le elezioni locali. Per l’imprenditore è scattato l’obbligo di carcerazione preventiva con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I suoi legami con i clan Iamonte e Paviglianiti gli avrebbero permesso di ottenere appalti e gare in tutta la zona sotto il controllo dei due gruppi criminali. Il secondo, legale rappresentante della “Radi Srl” di Palmi, era già stato arrestato dai carabinieri del Noe per reati simili nel 2013 in relazione ad appalti nella Piana di Gioia Tauro. Sono già in carcere, invece, i membri della cosca Angelo e Natale Paviglianiti, arrestati nei mesi scorsi in altre inchiesta antimafia.