L’Italia ha salutato la vittoria del fronte del No e il primo ministro ha annunciato le proprie dimissioni. Come prima del voto le testate straniere sono intervenute a commentare l’esito della consultazione referendaria. Tra l’incertezza dei mercati finanziari e scenari politici instabili, l’esito del referendum italiano ha conquistato le home page della stampa estera. Il quotidiano britannico Daily Mail vede concretizzarsi la possibilità di un’Italexit, il Wall Street Journal parla di “vittoria del populismo nel cuore dell’Europa”, mentre Le Parisienne sottolinea la sconfitta di Renzi.
Maarten Van Aalderen, ex presidente dell’associazione Stampa Estera in Italia e corrispondente del De Telegraaf, ha illustrato il panorama attuale in un’intervista concessa a Lumsanews.
Come è visto l’esito del referendum italiano dalla stampa estera?
“Molti dicono che è stata un’occasione persa. È difficile generalizzare perché siamo in tanti, ma ci sono diversi colleghi della stampa estera che ritengono sia stata un’occasione persa.”
C’è apprensione per quanto riguarda le conseguenze economiche di questo risultato?
“Ci sono anche un po’ di preoccupazioni, anche se naturalmente la volontà popolare va sempre rispettata. È chiaro che i mercati finanziari speravano in un sì. Comunque l’Italia è un paese sovrano, è una democrazia, ci mancherebbe altro.”
La BBC ricorda che il referendum è stato considerato come un barometro del sentimento anti-establishment d’Europa
“Non sono d’accordo su questa lettura, non credo che chi ha votato contro sia anti-establishment, perché la proposta del referendum era in un certo senso anti-establishment. Era una revisione forte del potere del Senato e dei senatori. Nel momento in cui si propone una forte riduzione del loro potere e del loro numero, mi sembra strano che queste proposte vengano considerate di establishment visto che erano, in un certo senso, contro la casta politica.”
Quindi non pensa che questo voto anticipi l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea?
“Bisogna vedere l’anno prossimo, è uno scenario possibile. È prematuro dirlo. Io mi aspetto le elezioni l’anno prossimo: nel caso dovessero vincere i 5 stelle, anche questo è da vedere, l’uscita dall’euro penso che sia molto probabile.”
Il Wall Street Journal , invece, parla di vittoria del populismo
“Io sto sempre un po’ attento a usare questa parola perché è stigmatizzante. Preferisco in genere evitare. Diciamo che ha vinto alla fine la paura di un cambiamento radicale, la Costituzione è stata considerata evidentemente una cosa sacrosanta, che non si può toccare. Molti hanno anche fatto discorsi contro le banche, contro la finanza internazionale. C’è una forte diffidenza nei confronti dei mercati finanziari, il rapporto tra mondo della finanza e politica è una questione molto importante. Su questo argomento l’ultima parola non è ancora stata detta.”