L’Italia ha scelto il No. Dal referendum emerge un rifiuto straripante degli italiani a cambiare la costituzione: il 59,6 % dei No contro i 40,4% dei Sì. Un’affluenza record, quella dei cittadini, che non si vedeva dalle elezioni politiche del 2013, quando le percentuali si attestarono al 75%. La sconfitta è bruciante soprattutto per Matteo Renzi, colui che aveva giocato tutto sull’esito referendario. E il presidente del Consiglio ha mantenuto la parola. Nella notte ha deciso dimettersi e lasciare gli oneri e gli onori ai vincitori del No.
«Grazie a tutti, comunque. Tra qualche minuto sarò in diretta da Palazzo Chigi. Viva l’Italia. Ps: Arrivo, Arrivo» twitta così Matteo Renzi, prima di parlare agli italiani. Quell’«Arrivo,Arrivo» non è casuale. Due anni fa il ‘’cinguettio’’ rappresentava l’inizio della sua avventura politica, oggi segnala la sua fine. «Ho perso io e lo dico a voce alta. Non si può fare finta di nulla. Ci abbiamo provato, ma non ce l’abbiamo fatta. Domani pomeriggio (oggi ndr) riunirò il Consiglio dei ministri e salirò al Quirinale per le dimissioni dal governo».
Il timone della crisi a Mattarella La palla passa ora al Presidente della Repubblica. Nella notte Mattarella ha proposto al premier uscente di inviare il governo alle Camere, per verificare la possibilità di un bis. Ma Renzi è irremovibile, nessuna possibilità di un secondo appello. In mattinata il Capo dello Stato ha ricevuto il premier dimissionario per un colloquio di oltre un’ora.
Davanti al muro di Renzi, Mattarella dovrà aprire le consultazione con i gruppi parlamentari e individuare un nuovo presidente del Consiglio. Tra i nomi possibili compare quello di Pier Carlo Padoan. Il ministro dell’economia sarebbe una garanzia per la stabilità economica. Il suo nome sarebbe appoggiato anche dall’UE. «Ha dato una credibilità molto importante alla politica italiana. Non sta a me scegliere, ma naturalmente è un uomo di alta qualità» lo ha detto Pierre Moscovici, commissario agli Affari economici. Un’altra possibilità è quella di Pietro Grasso, presidente del Senato, che vanta un buon rapporto con le opposizioni.
Le opposizioni esultano Sono proprio le opposizioni ad aver contribuito al tonfo fragoroso di Matteo Renzi. «Evviva ha vinto la democrazia!» – trionfa Beppe Grillo sul suo blog – «questo voto ha due conseguenze: Addio Renzi e gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto». Il M5s vorrebbe, quindi, le elezioni già in primavera del prossimo anno. Ma per Berlusconi occorre cambiare prima la legge elettorale. Un’idea che, nel fronte della destra, non è condivisa da tutti. «I poteri forti hanno subito una sonora sconfitta, per questo dico che bisogna andare subito al voto» ha dichiarato Matteo Salvini, leader di Lega Nord, in mattinata.
La Boschi su Twitter: in mattinata è intervenuta la ministra per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi. Con un tweet la Boschi ha espresso la sua delusione, ma per ora l’obbiettivo è «mettere al sicuro questa legge di bilancio».