Parte oggi il “Thank you tour”, il viaggio post elettorale di Donald Trump. Il 45esimo presidente degli Stati Uniti, in questi giorni, si recherà negli stati che lo hanno portato alla vittoria, per ringraziarli del sostegno ricevuto. Un tour, quindi, che non promuoverà le idee politiche del magnate e che accentuerà, invece, la divisione nel Paese, secondo le dure critiche già arrivate al leader.
La prima tappa del viaggio è Indianapolis (in Indiana) a cui seguirà, sempre nella stessa giornata, Cincinnati, nell’Ohio. Uno stato, quest’ultimo, scelto non a caso: l’Ohio, infatti, è uno degli “swing states” dove il tycoon ha trascorso più tempo durante la sua campagna elettorale, e in cui ha battuto l’ex first lady Hillary Clinton con il 52,1% delle preferenze.
Nel frattempo, The Donald sta lavorando per formare la squadra che lo affiancherà nella guida degli Stati Uniti. Team che sarà presentato ufficialmente il prossimo 20 gennaio, in occasione dell’Inauguration Day. Alcuni nomi della nuova amministrazione, però, sono già stati rilevati: tra questi compaiono Jeff Session, segretario alla giustizia; Mike Pompeo, capo della CIA; Michael Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente; Stephen Bannon, consigliere politico e stratega della presidenza; Reince Priebus, capo di gabinetto.
E ancora: Steven Mnuchin, segretario al tesoro; Wibur Ross, segretario al commercio; Tom Prince, segretario alla sanità; Nikky Haley, ambasciatrice degli Usa alle Nazioni Unite; Betsy DeVos, segretaria all’istruzione. Non è da escludere, poi, Jared Kushner, businessman nonché genero di Trump. Kushner vuole un posto all’interno della prossima amministrazione e per farlo, ha incaricato i suoi legali di studiarne la fattibilità senza violare la legge contro il nepotismo.
Ieri, comunque, il Presidente ha annunciato su Twitter che intende lasciare i suoi affari per dedicarsi completamente alla nuova carica. Una scelta appoggiata dall’Office of Government Ethics, che ha sostenuto che l’unico modo per evitare i conflitti di interesse è appunto cedere. Il tycoon, però, non ha specificato se lascerà definitivamente gli interessi commerciali o se passerà la gestione ai suoi figli.