“Ogni due minuti un adolescente, con molte probabilità una ragazza, contrae l’HIV”. Per contrastare il virus si lavora da anni, con buoni risultati, eppure non basta. È questo il dato che emerge dal settimo rapporto dell’Unicef “For Every Child: End Aids”. La buona notizia è che non si muore più, almeno in Occidente, da qualche anno. Ed è forse questa rassicurazione ad aver diminuito i finanziamenti alla ricerca dal 2014. Continuando così, entro il 2030, si prevede un aumento del 60% dei casi tra gli adolescenti, fino ad arrivare al vertiginoso numero di 400.000 contagi annui.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Aids, il direttore di Unicef Anthony Lake ha invitato a non smettere di pensare alla malattia come un pericolo. Nonostante 1,6 milioni di contagi siano stati evitati grazie alla prevenzione, nel 2015 sono morte 41.000 persone solo tra i 10 e i 19 anni, 1,1 milioni i colpiti. In Africa, dove il virus è più diffuso, più della metà dei casi non sa di essere sieropositiva e non riceve una diagnosi se non quando la malattia è in stato avanzato. La situazione è allarmante soprattutto per le donne, che per pregiudizio di genere non vengono nemmeno sottoposte al test. L’età media dei bambini nati da madri positive all’Hiv è di 4 anni.
Per inasprire la lotta al contagio, Lake invita ad investire nella ricerca, promuovere l’utilizzo del preservativo anche alle fasce d’età più basse, fornire ai ragazzi un’educazione sessuale completa e supporto economico e, soprattutto, a contrastare con forza la stigmatizzazione degli affetti da Aids nella vita quotidiana. Da stamattina intanto, è disponibile in 2800 farmacie italiane un kit per l’autodiagnosi della sieropositività. Sarà venduto a tutti i maggiorenni, senza bisogno di ricetta medica. Distribuito da Mylan, garantisce il risultato entro 15 minuti ed è al riparo da falsi-positivi, con un’attendibilità che sfiora il 100%. Non si sostituisce al test ospedaliero, ma è un grande passo in avanti verso la responsabilizzazione degli utenti. “Informazione, prevenzione e lotta: queste sono le strade” ha concluso Lake.