Né Obama né Biden andranno ai funerali di Castro. La notizia arriva direttamente da Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca. Dagli Stati Uniti non ci sarà neanche una delegazione di alto livello. Gli unici a presenziare alle esequie del 4 dicembre saranno Jeffrey DeLaurentis, ambasciatore americano a Cuba, e Ben Rhodes, vice consigliere per la Sicurezza nazionale. A dare l’ultimo saluto al ‘’lider maximo’’, quindi, non sarà Obama,il protagonista del disgelo tra le relazioni Usa e Messico
La presenza di Obama ai funerali di Castro avrebbe creato tensioni nella fase di transizione dal vecchio al nuovo. Lo stesso team di Trump aveva esortato l’ex presidente a non «mandare segnali contrastanti in politica estera» durante il suo viaggio in Europa di due settimane fa. E Obama sembra aver recepito il messaggio.
Le grandi assenze statunitensi rappresentano un clamoroso passo indietro nelle relazioni Usa e Messico. La politica di apertura verso Cuba, inaugurata da Obama nel marzo scorso, sembra essere ormai lontana, quasi irraggiungibile. Lo confermano le parole di Trump alla morte del lider «oggi il mondo segna la scomparsa di un dittatore brutale che ha oppresso il suo popolo per quasi sei decenni». Per il Tycoon l’isola di Cuba è ancora fortemente totalitaria ed esorta il governo cubano a «trovare condizioni migliori per il suo popolo, altrimenti il rapporto tra Usa e Cuba finirà».
Il neo presidente sembra giocare duro, rispetto al suo predecessore. Le ultime dichiarazioni di Trump mostrano un presidente pronto a mantenere la promessa fatta all’ala più dura dell’esilio cubano: il ripristino dell’embargo, allentato dai recenti provvedimenti di Obama. Ma la figura del presidente Trump sembra essere contraddittoria rispetto a quella dell’imprenditore Trump. Nei primi anni 90 tentò di costruire per vie traverse un albergo nell’isola di Castro. Un piccolo capolavoro di ipocrisia trumpiana.