A 40 anni dall’uscita del loro primo singolo, “Anarchy in Uk”, il giudizio sui Sex Pistols resta diviso tra chi li considera un’icona indistruttibile ed indiscutibile del punk rock e chi, invece, ne ridimensiona nettamente il ruolo sulla scena musicale del genere, considerandoli un gruppo caratterizzato solo da sonorità mediocri e atteggiamenti sgradevoli. Sebbene le origini del punk rock vadano ricercate anni prima negli Stati Uniti, in gruppi seminali come i Velvet Underground, i New York Dolls o gli Stooges di Iggy Pop, successivamente con i Ramones, è con i Sex Pistols che il punk rock si afferma in Gran Bretagna, “migrando” nel vecchio continente, e caratterizzandosi per una forte politicizzazione dei testi ed estremizzazione dei comportamenti.
Fu Malcolm McLaren a “creare” i Sex Pistols per come li conosciamo e a catapultarli sulla scena internazionale. Fece da manager ai New York Dolls, conobbe il nascente genere punk in Usa e, tornato a Londra nel maggio del 1975, decise di esportarlo prima che musicalmente culturalmente. Aprì un negozio di abbigliamento con un nome che era tutto un programma: “Sex”. Tra giubbini di pelle, borchie, abiti sadomaso e feticisti, iniziò a diffondersi la cultura punk, sotto forma di abiti tutt’altro che alla moda, look e acconciature estreme.
Divenne il manager di un gruppo sconosciuto chiamato “The Strand”, che trasformò in Sex Pistols anche grazie a scelte ritenute, inizialmente, assurde. Fu sua l’intuizione di portare nella band John Lydon, detto Johnny “Rotten” (marcio, a causa dei molti denti guasti), un tale che bazzicava la sua boutique con capelli verdi e abiti da straccione. Non aveva mai cantato, ma quel look estremo fece la sua fortuna: divenne il frontman dei Sex Pistols. La voce di Anarchy in Uk è la sua.
Negli anni della loro brevissima parabola (dal 1975 al 1979) i Sex Pistols assurgeranno agli onori delle cronache più per le loro intemperanze che per i loro reali meriti musicali. Non si può non ricordare che furono anche la band di uno che non aveva mai impugnato un basso, ma che ne divenne il bassista e, oltretutto, tra i più famosi (e anche più scarsi) del mondo: John Simon Ritchie, meglio noto come Sid Vicious, morto di overdose a 21 anni.
Indipendentemente dal reale spessore artistico dei Sex Pistols, è certo che furono protagonisti di una stagione culturale, prima che musicale, oggi studiata sui libri di storia.