“Un pezzo importantissimo del patrimonio storico e archeologico di Roma viene ridato alla città e al mondo.” Sono le parole della sindaca Virginia Raggi durante la cerimonia di ieri che ha inaugurato la riapertura dei Fori Imperiali. Da oggi infatti, l’area archeologica nel tratto dal Foro Traiano a quello di Cesare, sarà aperta alle visite diurne. Adibita esclusivamente agli spettacoli serali d’estate, negli ultimi 20 anni l’area era rimasta chiusa al pubblico per preservarne il patrimonio.
Il progetto prevede una suggestiva passeggiata tra le testimonianze della civiltà romana. Una passerella guiderà i visitatori dall’ingresso, in piazza Santa Maria di Loreto, attraverso il Foro di Cesare, per terminare in prossimità del Foro di Nerva. Per accedervi è necessaria una prenotazione allo 060608 e il costo del biglietto va dai 3 ai 4 euro. Per chi si limiterà a passeggiare fuori dall’area, sarà comunque possibile leggere le spiegazioni sui resti archeologici grazie a 16 pannelli posizionati all’esterno, dotati di codici per accedere ad approfondimenti online. Il punto forte del progetto però, è l’assenza di barriere architettoniche lungo tutto il percorso. Ne ha ribadito l’importanza Virginia Raggi ieri ai Fori, insieme all’assessore alla cultura Luca Bergamo e al soprintendente Claudio Parisi Presicce. “Per noi – ha detto la sindaca – la partecipazione dei cittadini è il primo strumento per il rilancio di Roma come grande capitale moderna e accogliente per tutti.” Il 3 dicembre, in occasione della giornata internazionale per la disabilità, l’area sarà aperta gratuitamente ed esclusivamente alle persone disabili. Ancora fermo invece, è il progetto di unificare le competenze sui Fori, ora in parte del Comune e in parte dello Stato.
Nel frattempo oggi, a pochi giorni dalla riapertura dell’area archeologica del Circo Massimo, riprendono anche i lavori per unificare i due settori del Foro di Traiano, rimasti separati dalla strada dopo gli scavi del 1998-2000. Il nuovo progetto, spiega una nota del Campidoglio, è stato reso possibile da una donazione di un milione di euro da parte del Ministero della Cultura e del Turismo dell’Azerbaijan.