Il Senato ha approvato e reso legge il decreto fiscale collegato alla manovra, che contiene l’abolizione di Equitalia e la Voluntary disclosure. Il sì di palazzo Madama è arrivato con 162 voti favorevoli, 86 contrari e un astenuto, nella versione del testo identica a quella approvata da Montecitorio e sulla quale il governo aveva chiesto la fiducia.
Intanto a qualche centinaio di metri di distanza la Commissione Bilancio della Camera sta esaminando gli emendamenti alla manovra di bilancio. I lavori procedono a oltranza da tutta la notte e andranno avanti per l’intera mattinata con l’obiettivo di licenziare il testo, atteso in Aula per domani, nel pomeriggio. La Camera dovrà, come da regolamento, aspettare 24 ore e si esprimerà quindi lunedì. <<Quando la legge sarà approvata faremo una conferenza stampa con Padoan per annunciare le novità e cosa i cittadini devono aspettarsi>> ha risposto Renzi, a Radio Anch’io, alla domanda se il governo metterà la fiducia sulla manovra. Le principali novità introdotte riguardano il pacchetto previdenza e le assunzioni nelle PA. Ok anche alla contestatissima norma “De Luca”.
Le novità. La Commissione Bilancio ha dato il via libera all’estensione dell’opzione donna alle lavoratrici nate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1958 e alle autonome nate nell’ultimo trimestre del 1957, che abbiano maturato 35 anni di anzianità entro il 31 dicembre 2015.
Approvato anche il “miglioramento dell’ottava salvaguardia”, che sposta il termine per l’ingresso nella mobilità dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2014 e allargherà la platea degli esodati salvaguardati da 27.700 a 30.700.
La manovra prevede anche l’assunzione di mille nuovi cancellieri per compensare la carenza di personale negli uffici giudiziari, mentre è stato bocciato l’emendamento condiviso da molti gruppi parlamentari sulla stabilizzazione dei precari dell’Istat, per il quale i lavoratori dell’istituto avevano protestato nei giorni scorsi davanti alla sede del Pd.