A meno di dieci giorni dall’apertura dei seggi, con il No dato in vantaggio dai sondaggi, i leader politici sono ormai interamente concentrati sullo scenario post-referendum. In queste ore le prospettive analizzate nelle segreterie dei partiti vertono sugli equilibri che si verranno a creare in caso di bocciatura della riforma costituzionale.
Il premier Matteo Renzi, dopo il lungo incontro di ieri con Mattarella al Quirinale, usa toni distensivi. “Dopo il referendum non arriveranno le cavallette”, ha dichiarato a conclusione del colloquio con il capo dello Stato. Questa mattina con un intervento a Radio Anch’io il presidente del Consiglio ha sottolineato: “Chi dice No è chi vuole che si apra una nuova stagione di instabilità nel paese e si augura l’ennesima crisi politica”. E sulla linea di una maggiore distensione nei toni della campagna referendaria, aggiunge: “Un paese maturo va votare con grande libertà” e non ha bisogno di essere costretto a “inseguire le ultime inchieste e le polemiche” che ne fanno puntualmente seguito. “Penso che dobbiamo tutti scalare di una marcia”, ha aggiunto.
Berlusconi si dice pronto a sedersi al tavolo con Renzi per cambiare l’Italicum, in caso di vittoria del No al referendum. L’ex presidente del Consiglio punta a rientrare a pieno titolo nella partita politica, confidando per il prossimo 4 dicembre in una vittoria di misura dei contrari alla riforma Costituzionale. Ma a chi gli chiede se questo comporti un ammorbidimento della sua posizione sul quesito referendario ribadisce: “Il mio No è da sempre deciso e convinto e responsabile”, ha dichiarato questa mattina ai microfoni di Radio 24, escludendo ogni ipotesi di un cambiamento sull’indicazione di voto al referendum.
Il leader 5 stelle Luigi Di Maio invece va avanti a testa bassa sulla linea dello scontro totale con il governo: “Se vince il No”, ha ribadito, durissimo, nel videoforum di Repubblica di questa mattina, “Renzi si dimetta”.