Uniti nella notorietà, ma separati nella Costituzione. Il voto del 4 dicembre si avvicina e la lista dei vip, pronti a schierarsi per il Sì o per il No, è destinata ad aumentare. Dalla Brexit alle ultime elezioni americane, la parola “endorsement” è diventata di uso comune. Dallo sport alla cultura, passando per l’arte e il cinema, anche il mondo dello spettacolo è spaccato dal referendum sulla riforma costituzionale. Se in America Leonardo di Caprio, Beyoncè e Madonna hanno aderito, senza fortuna, al programma di Hillary Clinton, le star italiane non sono da meno. E anche i leader politici, dal canto loro, continuano la caccia al personaggio famoso nella speranza di raccogliere punti e racimolare voti preziosi.
In realtà, come insegnato dell’esito delle urne statunitensi, l’appoggio incondizionato delle “very important person” non è sempre garanzia di successo. Anzi, talvolta è controproducente. La volata di scudi delle celebrities può risvegliare negli elettori antipatie ataviche o diffidenze ritenute ormai superate verso eventuali candidati o ideologie. Insomma, un vero e proprio effetto saturazione, sfruttato negli Usa dal neo-presidente Donald Trump e pagato a caro prezzo dalla Clinton.
Ottanta personalità in Italia hanno lanciato un appello forte e chiaro a favore della riforma. Il coro, formato da nomi prestigiosi e altisonanti, annovera tra i “sì” personaggi del calibro di Roberto Bolle, ballerino di fama mondiale, Susanna Tamaro, scrittrice di grande successo, Zubin Metha, monumento alla direzione d’orchestra, e Paolo Sorrentino, premio Oscar e regista del recentissimo e visionario “The Young Pope”. Quello che il lavoro unisce, quindi, la costituzione divide. Sul fronte opposto, infatti, in prima linea si attesa Toni Servillo, attore diretto in ben cinque film proprio dal riformista Sorrentino.
La lista delle coppie messe in “crisi” dal referendum è numerosa. Emblematico il caso di Andrea Camilleri. Lo scrittore, che narra le gesta del commissario Montalbano, voterà no, mentre Luca Zingaretti, attore che interpreta lo stesso eroe in tv, ha firmato la petizioni per il sì. Anche Michele Santoro, dopo anni di battaglie comuni, sarà diviso nel giorno del voto dal vignettista Vauro e dal collega Marco Travaglio. Grande stupore, pertanto, ha destato l’endorsement di Santoro che su Facebook si è schierato a favore della riforma, criticando aspramente le obiezioni dei contrari, tra cui Travaglio.
Aspettando il 4 dicembre, dunque, le squadre sembrano già fatte. Contro la riforma sono già scesi in campo attori, presentatori e cantanti: da Sabrina Ferilli a Elio Germano, passando per Sabina Guzzanti, Maurizio Crozza e Alba Parietti fino ad arrivare al giovane Fedez. Per il sì, invece, hanno firmato la lettera i registi Paolo Virzì e Giovanni Veronesi, gli attori Cristiana Capotondi, Claudio Bisio e Stefania Sandrelli, insieme agli artisti Andrea Bocelli e Fiorella Mannoia. I tifosi, dunque, hanno già gremito le tribune, adesso bisognerà aspettare il 90’, per capire se, almeno in Italia, vincerà chi avrà tifato più forte.