L’elezione di Donald Trump non è l’unica notizia negli States. Una parte dell’elettorato americano ha votato su alcuni referendum. Marijuana, suicidio assistito e pena di morte sono i temi più caldi degli esiti di oggi. California, Massachussets e Nevada hanno detto Sì all’uso ricreativo della cannabis. «È una vittoria monumentale per la lotta alla liberalizzazione della marijuana» afferma Ethan Nadelmann, direttore esecutivo della Drug Policy Alliance «con la vittoria in California la fine del proibizionismo nazionale della cannabis cesserà presto». Un risultato che mette d’accordo sia Trump che Clinton, nonostante il Golden State sia passato alla candidata repubblicana. L’uso della marijuana sarà comunque limitato. Il divieto di consumo sarà applicato ai minori di 21 anni. Inoltre, l’uso della sostanza verrà proibito nei locali pubblici e regolarmente tassato. Soltanto i maggiorenni potranno godere della nuova disposizione. Fino a un massimo di 28 grammi per il possesso e fino a sei piante per l’uso privato. Lo Stato potrà infine applicare un’accisa del 15% per la vendita della droga leggera. L’uso della cannabis per scopo medico è stato invece approvato in Florida e Arkansas. Le proprietà benefiche della pianta saranno utilizzate per la cura del cancro, dell’Aids e dell’epatite C.
Colorado e Oregon hanno invece approvato il suicidio assistito. Il cittadino, capace mentalmente e con una malattia terminale, potrà chiedere al proprio medico la prescrizione di un farmaco, che attraverso autosomministrazione, lo porterà alla morte. La richiesta sarà valida solo se il cittadino avrà un’aspettativa non inferiore ai sei mesi. Una legge conservatrice, più vicina alle logiche di Trump, che non consente alla persona di scegliere il momento in cui andarsene. La legge è comunque una tappa importante, un primo passo verso il riconoscimento della libertà personale. A nulla sono servite le battaglie della Chiesa per l’abolizione del provvedimento. Solo l’arcidiocesi di Denver ha donato, invano, un milione e seicentomila dollari per finanziare la campagna del No.
Infine il Nebraska ha votato contro l’abolizione della pena di morte. Il boia tornerà quindi ad agire, ma non così presto, visto l’ultima condanna datata 1997.