Donald Trump è ufficialmente il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Stando ai dati dell’Associated Press, il tycoon newyorchese conquisterebbe 306 grandi elettori, superando così la soglia di 270 richiesta per essere eletto alla Casa Bianca. Hillary Clinton si fermerebbe invece a 232.
Decisiva, a favore del candidato repubblicano, la vittoria negli swing states, in particolare Florida ed Ohio, oltre che in alcune delle storiche roccaforti democratiche, dalla Pennsylvania al Wisconsin, che il Great Old Party non conquistava dagli anni ’80. Il trionfo repubblicano è completato dal mantenimento della maggioranza al Congresso (51 a 47 al Senato, 236 a 191 alla Camera dei Rappresentanti).
“Sarò il presidente di tutti gli americani, è il momento di unirci e superare le divisioni – le prime parole di Trump dopo l’ufficializzazione della sua elezione – Raddoppieremo la crescita e saremo l’economia più forte del mondo”.
Se inizialmente il capo della campagna elettorale della Clinton, John Podesta, era intervenuto sul palco del quartier generale democratico per dire che “Hillary non è battuta, bisogna contare bene”, meno di un’ora più tardi la candidata democratica ha telefonato al rivale per complimentarsi con lui ed ammettere la sconfitta.
Anche il presidente uscente, Barack Obama, avrebbe chiamato Trump, secondo quanto riferito alla Abc dalla responsabile della campagna del prossimo inquilino della Casa Bianca, Kellyanne Conway, che ha anche aggiunto che i due “si incontreranno presto”.
La notizia dell’elezione di Trump ha provocato, come prevedibile, reazioni forti sia nel paese che nel resto del mondo. In Canada, la sezione del sito web del governo relativa a immigrazione e cittadinanza è andata in tilt durante la notte, segno che molti americani starebbero pensando di trasferirsi nel paese della foglia d’acero, delusi e preoccupati dall’esito del voto.
Hanno reagito male anche i mercati azionari. A Wall Street i future perdono il 5%. Stesso calo per l’indice Nasdaq. Giù il dollaro, che si svaluta sia nei confronti dell’euro che dello yen. Male l’indice Nikkei della borsa di Tokio che cede oltre il 5%.
Vanno giù anche tutte le borse europee, con Piazza Affari maglia nera nel vecchio continente (-2,5%) e lo spread tra Btp e Bund che risale a 162 punti base. Male anche Parigi e Francoforte, mentre Londra limita le perdite. Crolla il Peso messicano, che si svaluta dell’11%, mentre guadagna oltre il 3% l’oro, tradizionalmente il principale bene rifugio.