Andy Murray si è aggiudicato ieri il torneo di Parigi Bercy, ultimo Masters 1000 della stagione. Lo scozzese si è imposto in finale su John Isner con il punteggio di 6-3 / 6-7 / 6-4 in due ore e diciotto minuti. Si conclude così la cavalcata vincente del nativo di Glasgow, a coronamento di un momento davvero straordinario. Per Murray infatti è la ventesima vittoria consecutiva dalla sorprendente eliminazione ai quarti dell’ultimo US Open. Striscia positiva che gli era valsa per la prima volta in carriera la testa del ranking ATP già dopo la semifinale del torneo francese, mai giocata a causa del ritiro di Raonic. È il 26° numero uno nella storia ATP, il primo di nazionalità britannica da 80 anni a questa parte.
Dopo 122 settimane consecutive di dominio incontrastato, l’irriconoscibile Novak Djokovic delle ultime settimane ha così abdicato dal trono ATP. Andy Murray è riuscito ad approfittare del momento di flessione del serbo. Da sempre considerato uno dei migliori tennisti al mondo, il suo merito più grande è stato quello di saper limitare gli eccessi di nervosismo durante le diverse fasi dei match, che tanto gli erano costati nella sua carriera, restituendo anche l’immagine di un giocatore spesso irritabile e mai disposto ad accettare i propri errori.
Una rimonta incredibile quella dello scozzese, che solo cinque mesi fa dopo la finale del Roland Garros, persa proprio contro Nole, era scivolato a -8035 punti dalla vetta della classifica. Da allora, però, Murray ha vinto di tutto: Queen’s, Wimbledon, l’oro olimpico a Rio de Janeiro, Pechino e Shanghai, con in mezzo l’unico neo dell’eliminazione dagli US Open. Nello stesso periodo Djokovic ha vinto soltanto proprio lo Slam americano. La situazione comunque non è definitiva, visto che settimana prossima inizia il Masters di fine di anno di Londra, occasione che restituirà il vero numero uno dell’anno. Andy ha 405 punti di vantaggio su Nole, che però sarebbero insufficienti nel caso in cui il serbo vincesse il torneo senza perdere nemmeno un match.
Si è conclusa così una settimana storica per il tennis mondiale, che ha visto anche l’uscita di Roger Federer dai Top10 ATP dopo ben 734 settimane di fila.