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prevalgono le perplessità
Referendum, nessuno ti capisce

Ad un mese dal voto
prevalgono le perplessità
Referendum, nessuno ti capisce

di Nancy Calarco04 Novembre 2016
04 Novembre 2016

30 giorni, il countdown è iniziato. Il 4 dicembre andremo a votare per il referendum costituzionale ma c’è un problema: la gente è confusa e tra chi presto sarà chiamato ad esprimersi nelle urne prevale l’incertezza. Sui giornali e nei telegiornali se n’è parlato e se ne continua a parlare e sulle reti Rai viene riproposto lo spot istituzionale, che riepiloga i punti cruciali della riforma.

Ma l’impressione degli internauti è che tutto questo non basti. Secondo loro, i politici in particolare sbandierano vari slogan, entrando solo marginalmente nel merito della questione. Siamo sicuri che tra un mese gli italiani nella cabina elettorale, con la matita in mano, avranno la consapevolezza del peso del loro voto? Girovagando sui social network il quadro è abbastanza negativo.

Svariate le critiche, avanzate anche nei confronti della stampa. Ai giornalisti viene contestata l’insufficiente chiarezza con la quale è stato descritto il contenuto della riforma costituzionale. Si parla troppo dello scontro politico tra le differenti fazioni, ci si sofferma sull’indice di gradimento nei confronti del premier, che potrebbe trasformare l’appuntamento elettorale in un referendum sul governo Renzi più che sul futuro del Paese.

I quotidiani hanno preso una posizione netta, chi più chiaramente chi meno: la Repubblica per il sì, il Fatto Quotidiano e il Giornale per il no. I giornali filtrano e analizzano la riforma costituzionale in base al loro punto di vista, interpretandola a modo loro. Alcuni utenti ammettono: “Non mi sono informato grazie ai telegiornali”, “Non sto capendo nulla, generalmente guardo La7 e Sky e mi sembra solo una propaganda governativa”.

Su Facebook trovano spazio anche critiche più articolate: “Pensavo che il Senato sparisse completamente ma invece non è così. Non sapevo che non ci sarebbero più i senatori a vita e nemmeno le province. Mi sarebbe piaciuta una maggiore partecipazione della stampa, come se il problema fosse soltanto far restare Renzi o mandarlo a casa. Stiamo parlando della Costituzione”.

Secondo gli istituti di rilevazione, ad oggi una persona su quattro è ancora indecisa. Forse i media non si sono spiegati chiaramente ed a sufficienza, oppure la gente ha semplicemente perso interesse e vorrebbe decidere in fretta, senza ragionarci su più di tanto. Il quadro resta sconfortante, sia per i politici che per gli analisti.

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