Il rinvio non ci sarà. Renzi sconfessa il ministro dell’interno, Angelino Alfano che aveva proposto ieri il rinvio del referendum costituzionale del 4 dicembre a causa del terremoto. Una dichiarazione che ha scatenato polemiche soprattutto nello schieramento di centrodestra che attacca il premier, accusato di voler far slittare la consultazione per recuperare lo svantaggio.
Roberto Bin, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Ferrara, sostiene le ragioni del Si: “I tempi tecnici per la pronuncia della Corte ci sono, però solo se decidesse di liberarsi della questione senza entrare nel merito”. Secondo il costituzionalista, “la Consulta non avrebbe alcun potere di rimandare la votazione: questo dovrebbe semmai farlo il Governo, ricorrendo a un decreto-legge di proroga”.
Nessun pericolo insomma per Matteo Renzi ma se la Corte decidesse di accogliere il ricorso e dichiarare illegittima la legge sulla quale si basa il referendum, il suo esito sarebbe annullato.
Roberto Romboli invece, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Pisa, sostiene il No e pensa che i giudici non possano bloccare il voto. “Il potere di sospensione dell’atto è consentito solo nell’ambito del conflitto di attribuzione tra Stato e regioni”.
Anche l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato all’Ansa l’ipotesi avanzata di Alfano, bocciata senza mezze misure: “Non mi occupo di cose che non stanno né in cielo né in terra”.