Nel tardo pomeriggio di ieri i ventuno membri della commissione patrimoniale dell’Unesco hanno approvato la risoluzione che nega il legame millenario tra gli ebrei e i luoghi sacri di Gerusalemme. Dallo scrutinio segreto sono usciti dieci voti a favore, due contrari e otto astenuti.
La decisione si inserisce all’interno della polemica sulla denominazione araba dei luoghi sacri e sui presunti “danni materiali” di Israele denunciati dai paesi arabi del comitato.
«È spazzatura» il tweet del portavoce del ministro israeliano Emmanuel Nahshon, secondo il quale «giustamente l’ambasciatore israeliano ha gettato il testo nel bidone dell’immondizia». «Se le stesse proposte ci saranno ripresentate ad aprile il governo italiano passerà dall’astensione al voto contrario» ha dichiarato il ministro degli esteri Paolo Gentiloni al Question Time, spiegando che «la risoluzione si ripropone due volte l’anno dal 2010. Dal 2014 contiene le formulazioni che negano le radici ebraiche del Monte del Tempio»
Obiettivo del comitato è l’assistenza economica alle richieste degli stati membri – oltre all’esame dei siti patrimonio dell’umanità – ma Gentiloni teme possa diventare «cassa di risonanza di tensioni politiche»