Il Parlamento venezuelano ha votato, con una sessione legislativa speciale, l’apertura del processo politico per l’impeachment del presidente socialista Nicolas Maduro. Il procedimento sarà condotto dallo stesso Parlamento, che indagherà approfonditamente sull’operato dell’erede di Chavez, che proprio la scorsa settimana ha bloccato la raccolta di firme per il referendum sulla sua destituzione.
Un comunicato ufficiale diramato dall’Assemblea Nazionale denuncia che la mancanza di democrazia in Venezuela avviene “non solo attraverso un atto di forza contro le istituzioni in senso classico, ma anche quando il Presidente fa uso della sua autorità civile e militare per sovvertire la Costituzione”. Il documento parla inoltre delle responsabilità di Maduro per “le gravi violazioni alla Costituzione, ai diritti umani e alla democrazia e per aver creato un modello politico-economico che per il suo statalismo, affarismo, burocratismo e corruzione ha causato la devastazione economica del Paese”.
Il Presidente sarà chiamato a rispondere alle interrogazioni dei deputati già nella prossima settimana, nonostante abbia respinto la decisione di impeachment e accusato il Parlamento di voler attuare un vero e proprio golpe. Il Capo di Stato venezuelano ha avanzato dubbi sulla legittimità del provvedimento parlamentare, poiché a gennaio la Corte Suprema aveva stabilito che le decisioni dell’Assemblea sono da considerarsi nulle per la presenza di tre deputati accusati di frode elettorale non ancora rimossi dal Parlamento.
La situazione politica del Paese rimane dunque molto delicata e per adesso sembra non aver avuto i risultati sperati la visita di due giorni fa di Maduro in Vaticano a Papa Francesco. Il Pontefice, infatti, nel quadro della preoccupante situazione di crisi, aveva invitato il Presidente a intraprendere con coraggio la via del dialogo sincero e costruttivo. Intanto le proteste contro Maduro non si placano e sono previste oggi una serie di manifestazioni in tutto il Paese.
