“Benvenuti rifugiati, Napoli è la vostra casa”: scompare con uno striscione il dualismo nord-sud. La capacità di inclusione e la qualità dell’accoglienza dei rifugiati sono tutte appannaggio della città del sole. Napoli dona ai migranti beni in surplus raccolti per i terremotati di Amatrice. “Mentre nel Ferrarese gli immigrati, 11 profughe di cui una incinta, sono stati accolti con proteste a barricate” dice Dylan De Chiara, attivista del collettivo Insurgencia, “Napoli si conferma città dell’accoglienza”. I migranti arrivati dalla Libia a Napoli sono soprattutto ragazze e ragazzi fra i 15 e i 17 anni (un centinaio i minori non accompagnati). Il Comune ne ospita una cinquantina per alcuni giorni presso il centro Polifunzionale San Francesco , mentre un altro gruppo è stato ospitato in comunità convenzionate tra Napoli e l’area metropolitana grazie alla Rete di solidarietà e di accoglienza creata da Palazzo San Giacomo. Un altro piccolo gruppo è stato trasferito a Salerno. Al centro accoglienza di Marechiaro, dove sono ospitati circa 50 ragazzi arrivati dalla Libia senza genitori, in poche ore i volontari sono stati sommersi di aiuti di ogni sorta da parte di centinaia di napoletani. La catena di solidarietà è partita sui social con l’hashtag #welcomerefugees, stessa frase presente sullo striscione, poi rimosso, esposto nei giorni scorsi di fronte alla Questura in via Medina.
La mattina di sabato prossimo, nel corso di un incontro in via Mezzocannone, sempre a Napoli, si cercherà di organizzare meglio gli aiuti per gli extracomunitari. Intanto il sindaco, Luigi de Magistris, ha commentato su twitter il sentimento di solidarietà manifestato da molti napoletani:
Welcome:Napoli Città rifugio,che accoglie.Città ribelle.Paradiso e Inferno.Passione e Amore.Città di cuore,che soffre,di immensa umanità!
— Luigi de Magistris (@demagistris) 25 ottobre 2016