“Oggi c’è una priorità assoluta, una priorità democratica, che sarebbe un crimine sottovalutare”. Ha così esordito ieri, in conferenza stampa, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, annunciando la propria candidatura alle prossime regionali del Lazio. Fare piazza pulita è una necessità assoluta. Dopo l’affare Fiorito e le dimissioni della Polverini, l’esponente del Pd rinuncia alla sfida per il Campidoglio e accetta di correre per la presidenza della Regione Lazio. Dinanzi alla situazione di degrado morale e di malaffare largamente diffuso, Zingaretti, nel suo discorso, si richiama alla funzione principale della politica, il servizio al bene comune, e aggiunge: “Comincio da me, dando il buon esempio”. Tagli ad enti e sotto-enti, rigore e sobrietà: questi i punti chiave da cui poter ripartire per una buona gestione della cosa pubblica.
Le reazioni politiche. Sel, Idv e Api accolgono con favore l’imprevista candidatura. “Un candidato autorevole che ha tutte le potenzialità per fare bene e promuovere una nuova classe dirigente, che rompa con i vecchi potentati”. Questo il commento di David Sassoli, eurodeputato del Pd, in un’intervista al Messaggero. Una scelta vista addirittura come un sacrificio dal vicesegretario Enrico Letta, che ringrazia Zingaretti per la sua disponibilità. La sinistra dice sì, ma non si prospetta nessuna apertura al centro. Sul palco della festa dell’Idv, a Piazza Risorgimento, è lo stesso Presidente della Provincia di Roma ad affermare: “L’alleanza con l’Udc? La vedo difficile”. Di tutt’altro tenore i pareri provenienti dall’area Pdl. “Prima di occuparsi di altre istituzioni, in tema di piazza pulita del malaffare e del degrado morale, sarebbe interessante sapere se comincerà proprio questa azione di bonifica proprio nell’orto di casa tua”. Ha così affermato il parlamentare del Pdl, Vincenzo Piso.
E al Campidoglio? La candidatura di Zingaretti alla Regione ha riaperto i giochi anche al Campidoglio. Dalla sinistra il favorito sarebbe Andrea Riccardi, attuale Ministro perla Cooperazione internazionale. Se il fondatore della comunità di Sant’Egidio decidesse di candidarsi, tra l’altro, potrebbero anche saltare le primarie del Pd, previste per il prossimo 20gennaio. In caso contrario, invece, il Pd farebbe scendere in campo il segretario regionale dei democratici, Enrico Gasbarra, sostenuto dal segretario Pierluigi Bersani. Ipotesi più remota sarebbe il nome di Roberto Morassut, ex assessore all’urbanistica di Walter Veltroni.
Sull’altro fronte, invece, Gianni Alemanno smentisce le dimissioni anticipate e annuncia la sua ricandidatura. In caso di scissioni interne al Pdl scende in prima linea anche Giorgia Meloni, pronta a sfidare l’attuale primo cittadino alle primarie del 26 gennaio. E’ inoltre probabile che, questa volta, Alemanno dovrà vedersela con una sua ex conoscenza, Mauro Cutrufo, vide-sindaco durante i primi anni del suo mandato. In forse anche le date delle prossime elezioni del 2013. Si pensa ad aprile, in corrispondenza della naturale scadenza, o a febbraio se si opterà per un unico “election day” conla Regione.
di Marina Bonifacio