Il sito del governo della Russia ha annunciato le dimissioni volontarie del viceministro dello sport Yuri Nagornih, che era stato precedentemente sospeso da Dimitri Medvedev. Si tratterebbe di banali dimissioni di un viceministro se non fosse che, negli ultimi diciotto mesi, lo sport russo ha di fatto perso la sua credibilità e le stesse dimissioni avvengono dopo la pubblicazione da parte dell’Agenzia anti-doping mondiale (Wada) di due rapporti che accusano la Russia e Nagornih di coprire dei fenomeno di doping di stato. Tuttavia, non è solo la gestione degli atleti ad essere messa sotto accusa. Infatti, la stagione degli scandali, è iniziata nel maggio 2015 quando a Zurigo vengono arrestati numerosi dirigenti della Fifa.
Sono accusati di aver organizzato un sistema di tangenti per l’assegnazione dei mondiali di Russia 2018. Un nuovo scandalo, sei mesi dopo, mette sotto accusa la fortissima squadra di Atletica: la Wada accusa le istituzioni russe di aver coperto per anni gli atleti dopati e il Comitato Olimpico squalifica la squadra che avrebbe partecipato ai giochi olimpici di questa estate. Le indagini del Cio subiscono un grave intralcio nel febbraio del 2016: gli ultimi due presidenti dell’agenzia anti doping russa Nikita Kamayev e Vycheslav Sinev muoiono nel giro di due settimane prima di poter essere interrogati. Nel luglio di quest’anno un nuovo rapporto allarga lo scandalo anche ad altri sport, e in particolare a quelli invernali e alle olimpiadi di Sochi. In Quest’ultimo rapporto si aggrava la posizione del viceministro dimissionario. La dequalificazione di Yuri Nagornih non ha riguardato l’ex ministro dello sport Vitaly Mutko che è diventato primo ministro, sostituendo Dimitri Medvedev e dimostrando, ancora una volta, l’importanza dello sport per il governo Putin.