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L’ISIS strozzato si gioca a Mosul il tutto per tutto

di Lorenzo Capezzuoli Ranchi24 Ottobre 2016
24 Ottobre 2016

Si stringe sempre di più il cerchio intorno a Mosul, una delle ultime roccaforti Isis in Iraq: l’esercito iracheno, con la temibile Golden Division avanza da sud, mentre i curdi pressano da est, il tutto mentre il sedicente califfo Al Bagdadi sprona i suoi verso la battaglia finale. La strada verso il cuore nero del Califfato è però ricca di insidie per le forze di liberazione, con i jihadisti che non rinunciano a disseminare trappole antiuomo, a scavare barriere riempite di petrolio cui dar fuoco e a utilizzare i civili come scudi umani. Secondo quanto riportato dalla CNN, i guerriglieri neri avrebbero usato uomini e bambini per proteggersi nei combattimenti fra le strade, mentre avrebbero asserragliato le donne sui tetti della città, per scongiurare i bombardamenti aerei delle forze alleate. Ma chi spera in un rapido epilogo dovrà ricredersi, stando alle parole del Ministro degli Interni iracheno, Karim Sinjari: “I 4-8.000 effettivi dello Stato Islamico non si arrenderanno facilmente, per quello che Mosul rappresenta e – continua il Ministro all’agenzia Reuters – se resisteranno in città, soprattutto nella parte antica, la battaglia sarà difficile e violenta”. Il Ministro infine teme il crudo confronto strada per strada: “Per i vicoli ci saranno duri scontri corpo a corpo: in quelle strade non passano i veicoli, tantomeno i carrarmati”. Per evitare che, con la caduta di Mosul, rimanga in loro potere la sola Raqqa, i Jihadisti all’alba di oggi hanno lanciato una offensiva verso la città di Sinjar, nella strategica posizione fra Mosul ed il confine Siriano. Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’attacco avrebbe una duplice valenza: distogliere le forze irachene dal concentrarsi sulla stessa Mosul, quanto di garantire le vie di rifornimento verso la Siria. Ma anche sugli altri versanti, la situazione del Califfato volge nel peggiore dei modi: la versione online de Il Post infatti ha riportato in esclusiva un video e la notizia dell’arresto, assieme ad altri 8 uomini, di Abu Islam al-Ansarai, considerata la mente degli attacchi degli scorsi giorni a Kirkuk.

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