Zaino in spalla, valigie in mano e uno zuccotto in testa per ripararsi dal freddo. Così i migranti la scorsa notte hanno atteso in fila, all’esterno dell’hangar predisposto dalle autorità, l’arrivo dei primi pullman. All’alba, infatti, è iniziato lo sgombero della “giungla” di Calais, bidonville al Nord della Francia in cui vivono da più di un anno circa 8.300 persone.
Smistare i profughi nei vari centri di accoglienza del Paese e chiudere la baraccopoli entro sette giorni. È questo l’obiettivo del governo transalpino, che ha più volte ribadito il carattere “umanitario” dell’operazione. Le tensioni, però, non sono mancate. Le forze dell’ordine, presenti sul posto con circa 1.250 unità, sono state costrette la scorsa notte ad intervenire per sedare gli animi dei rivoltosi.
Il trasferimento dei migranti, arrivati soprattutto da Afghanistan, Sudan ed Eritrea, è in corso e continuerà nelle prossime ore con grande attenzione al problema dei minori. Quelli non accompagnati, più di mille, infatti, saranno tenuti momentaneamente in un centro a Calais, in attesa di essere accolti dalla Gran Bretagna.