Promuovere buon senso e dialogo abbattendo i muri ideologici. Tira dritto Matteo Renzi, navigando a vista, forte dell’indiscrezione, arrivata nella serata di ieri direttamente da Bruxelles, secondo la quale la Commissione non rispedirà al mittente la manovra di Stabilità varata dal Governo, nella convinzione che l’Italia sia “più solida” rispetto al 2014. Tira in ballo Totò il presidente del Consiglio che, in un’intervista al Tg5, assimila all’artista una parte della minoranza del Pd che «si oppone a prescindere», dice Renzi, e sarebbe capace di opporsi «anche sul colore delle cravatte».
«L’Italia è più solida e sta meglio – ha dichiarato il premier che di manovra ha parlato anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ci sono tanti segnali positivi che vanno sottolineati. Però manca ancora qualcosa: la riduzione delle tasse, pagarle meno e pagarle tutti». E mentre «c’è chi passa il tempo a lamentarsi» (sono le parole del premier, ndr), Renzi elenca quelle che definisce le battaglie storiche del Pd, dalle misure contro la povertà all’allentamento del patto di Stabilità per i Comuni.
Se la prende anche con i centristi di Area Popolare – sul piede di guerra per le legge sulle unioni di fatto – Matteo Renzi che ha citato anche il Giubileo in programma per il prossimo 8 dicembre. «Certo che ce la facciamo – assicura il presidente del Consiglio – ci dicevano che non ce l’avremmo fatta con l’Expo. Sono assolutamente certo che, grazie anche all’ottima collaborazione con il Vaticano, porteremo a casa dei risultati evidenti di buona amministrazione».
Alla provocazione su Totò ha risposto Roberto Speranza, alla guida della minoranza bersaniana. «Renzi vuol convincerci che togliere la tassa sui castelli e le case di lusso è una battaglia storica del Pd? Sarà più facile vendere la Fontana di Trevi, a proposito di Totò» è stata la replica di Speranza.
E grande cautela, nella minoranza, si percepisce anche nei riguardi delle reali intenzioni del governo sul contante, tema che sarà in cima alla lista dei 15-20 emendamenti di merito che i senatori bersaniani presenteranno in commissione al Senato. Una sorta di “contromanovra” dai capitoli numerosi: dal no all’abolizione della Tasi per ville e castelli alle pensioni, dal fondo povertà, “insufficiente”, alla sanità, enti locali e contratto del pubblico impiego, passando per il Mezzogiorno.
Samantha De Martin