La prima giornata di lavori del Sinodo sulla famiglia riparte dalle unioni civili, dai divorziati risposati e dalle unioni omosessuali. Insomma, da quei temi spinosi ed eticamente problematici che avevano catturato l’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa fin dal Sinodo straordinario dello scorso anno.
Per diversi mesi, infatti, la Chiesa con i suoi vescosi si era divisa in due mettendo in risalto pareri divergenti sulle riforme proposte da Papa Francesco. Ed è proprio per questo motivo che, ieri, nel suo discorso introduttivo, Bergoglio ha voluto sottolineare e ricordare che “il Sinodo non è un convegno o un parlatorio, non è un Parlamento o un Senato dove ci si mette d’accordo ma è una espressione ecclesiale dove la Chiesa legge la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio”. Un messaggio chiaro indirizzato sia a chi si oppone a Francesco e a chi invece vuole le sue riforme.
Così, la prima giornata del Sinodo ha preso il via con l’intervento del cardinale Peter Erdo, relatore generale del Sinodo che ha già bocciato la possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati precisando che “ Non è il naufragio del primo matrimonio ma la convivenza nel secondo rapporto che impedisce l’accesso all’Eucarestia”.
Poi l’argomento si sposta sugli omossessuali, una questione che scuote e scuoterà i giorni futuri del Sinodo anche in seguito alla confessione di Mons. Charamasa, il vescovo polacco che qualche giorno fa ha dichiarato di essere gay e di avere un compagno.
“Spero che il Sinodo e poi il Giubileo di papa Francesco rendano giustizia a quelle migliaia di laici e religiosi emarginati e condannati per il loro modo di amare” ha dichiarato padre Alberto Maggi, teologo e biblista di Ancona.
Carlotta Dessì