Domani il sindaco di Roma prenderà il volo per Philadelphia, per incontrare il Papa e non precisati finanziatori per il nostro patrimonio archeologico. Lo rivela lo stesso Ignazio Marino che, dopo le polemiche infuriate per il suo ennesimo ed intempestivo viaggio, affida la sua replica al Messaggero: “Il sindaco di Roma deve fare un doppio lavoro: occuparsi di buche e trasporti, ma anche di raccogliere fondi per il nostro patrimonio archeologico. È un compito molto stressante: se non vogliono che lo faccia resto a casa e mi riposo.” Certo che, con il Giubileo alle porte e 50 milioni di finanziamenti a rischio per le scadenze ristrette, andare a questuare oltreoceano per i ruderi romani può sembrare fuori luogo anche al cittadino più comprensivo. Lo dimostrano i tweet che ieri pomeriggio hanno fatto dell’hashtag #Philadelfia un top trend . Alcuni si chiedevano quanto sia largo il Tevere, viste le difficoltà ad incontrare Bergoglio; altri perché non risparmiare tempo e denaro ed accogliere il Pontefice al ritorno; altri ancora se Ignazio abbia scambiato il Campidoglio per un’agenzia viaggi. Secondo i calcoli del deputato Pd Michele Anzaldi, questa è la partenza numero 16. Una ogni 48 giorni.
Certo le opposizioni non si sono lasciate sfuggire un facile appiglio per dare giù addosso al povero chirurgo. “L’inutile Marino torna negli Stati Uniti per incontrare il Papa – Commenta il segretario della Lega Matteo Salvini – Ma ce l’ha a 2 chilometri dal suo ufficio di Roma, e deve volare dall’altra parte del mondo?. E intanto – conclude Salvini, Roma va a rotoli. Secondo voi è normale?.” Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Ignazio Marino vola negli USA per la visita di Papa Francesco a Philadelphia. Qualcuno avverta il sindaco di Roma che ogni domenica, a San Pietro, non lontano dal Campidoglio, il Papa celebra l’Angelus, dove è più comodo per un romano ascoltarlo”.
Raffaele Sardella