NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeCronaca Elezioni USA, le contraddizioni infinite. Hillary Clinton “Bugiarda e disonesta” per molti americani: ma è prima nei sondaggi

Elezioni USA, le contraddizioni infinite. Hillary Clinton “Bugiarda e disonesta” per molti americani: ma è prima nei sondaggi

di Stelio Fergola17 Settembre 2015
17 Settembre 2015

2014-06-11t155415z1813105711gm1ea6b1uc101rtrmadp3usa-politics-clinton

Hillary Clinton non gode della fiducia di buona parte degli elettori. La fonte del giudizio lapidario è un sondaggio che analizza l’atteggiamento degli statunitensi verso la politica. Il primo dato che viene fuori definisce “bugiarda” la moglie dell’ex presidente Bill, il secondo la etichetta apertamente come disonesta. John Kartch, direttore della comunicazione per l’advocacy Americans for Tax Reform, mostra il risultato durante il convegno organizzato dalla Lumsa sul tema “Comunicazione e costruzione del consenso nella corsa alla Casa Bianca: il ruolo degli stakeholder”. Gli stakeholder, o portatori di interessi, ampi o ristretti che siano. Kartch, che di tale mondo è esponente, dichiara: “Non è solo un discorso rivolto alla Clinton, chiaramente. La fiducia nelle istituzioni e nella politica negli USA è al minimo”.

Insomma, la politica che non fa il proprio lavoro non è solo italiana. Il quadro resta inevitabilmente complesso: nonostante il giudizio negativo sulla Clinton, e nonostante gli innumerevoli consensi persi da Obama nelle elezioni di medio corso, i democratici sono, infatti, momentaneamente favoriti nella corsa alla prossima presidenza.

John Leggatt, il secondo a intervenire via Skype, rimarca ancora di più le estreme contraddizioni dell’elettorato americano e di come sia difficile mantenere il consenso in situazioni così volubili. “L’atteggiamento della popolazione verso il Congresso è di frustrazione” sottolinea Leggatt. Il che, diviene un elemento elettorale di rilievo.

La Clinton non dovrebbe avere grossi problemi ad avere la meglio tra i democratici (il suo rivale più agguerrito è Bernie Sanders con circa la metà del consenso in seno al partito), ma non raggiunge neanche la metà dei followers di due candidati repubblicani di spicco come Donald Trump e Ben Carson.
La guerra elettorale sui social è ormai bella che avviata: perfino un candidato outsider come Jeb Bush su twitter attacca la Clinton e il mandato del marito in Arkansas alla fine degli anni Settanta: “Hillary, guarda quanti ragazzi allora hanno abbandonato gli studi”. Secca la replica: “Il tuo governatorato in Florida è stato un fallimento”.

La dissimulazione, la strategia comunicativa, giocano un ruolo fondamentale. Kartch cita proprio l’esempio di Donald Trump, arrivato ai vertici proprio perché mai impegnato in un incarico di governo: un fattore che lo ha aiutato, insieme alla capacità di parlare alla gente e di non apparire un membro dell’élite economica americana (pur essendone uno dei maggiori esponenti) avvicinandolo così agli elettori.

Infine l’intervento di Paolo Valentino, inviato storico del Corriere della Sera. Ultime battute per cercare di comprendere come si potrebbe evolvere il quadro fino alle ormai prossime elezioni presidenziali. Un quadro complesso e contraddittorio che passa dal calo di consensi per Obama e per il fronte democratico (che oggi controlla appieno 7 stati contro gli oltre 21 repubblicani) al numero assoluto di votanti che, invece, sembra ancora schierato a favore del partito blu. Ma c’è ancora tempo per ogni sconvolgimento.

Stelio Fergola

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig