Le regioni italiane dovranno prepararsi ad accogliere altri 20mila nuovi migranti. Questa è la cifra riferita da una circolare che ieri il ministero dell’Interno ha inviato alle prefetture locali specificando che entro pochi giorni saranno stabilite le quote di distribuzioni conformemente a quanto deciso in sede di Conferenza Stato-Regioni. Mentre in Europa si discute il piano Juncker, l’Italia continua a svolgere il suo ruolo nell’emergenza profughi anche attraverso iniziative di privati cittadini, parrocchie e associazioni.
Intanto questa mattina il ministro Angelino Alfano ha anche diffuso, durante la “Telefonata” su Canale 5 alcuni numeri sui flussi migratori che stanno interessando direttamente il nostro paese. Gli sbarchi dal primo gennaio sono stati circa 116mila, di poco superiori a quelli registrati nello scorso anno e tuttavia sufficienti a battere ogni record precedente. Sempre nello stesso periodo, sono stati allontanati dal nostro territorio quasi 10mila migranti, dato che contiene sia i respinti alla frontiera sia gli espulsi; quasi 500 sono gli scafisti arrestati.
Tra gli obiettivi in cima all’agenda del Viminale c’è l’accorciamento dei tempi per le risposte alle richieste d’asilo, tema sul quale l’Italia ha subito una bocciatura in Lussemburgo dalla Corte di giustizia europea. «Abbiamo posto in efficienza il sistema delle fotosegnalazioni – ha spiegato Alfano – la cui percentuale è enormemente cresciuta e abbiamo più che raddoppiato le commissioni per l’esame delle richieste di asilo per accelerare le concessioni».
Le diocesi e il privato sociale moltiplicano l’impegno per l’accoglienza. L’associazione “Amici dei bambini” ha già raccolto più di mille adesioni per l’ospitalità dei rifugiati. Anche il cantante Gianni Morandi ha comunicato su Facebook di essere pronto a mettere a disposizione la sua abitazione ottenendo le critiche del capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale Alan Fabbri. «Mi auguro che Gianni abbia posto per tutti – ha scritto l’esponente del Carroccio – anche per i nostri anziani, disoccupati e giovani senza lavoro».
Roberto Rotunno
