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Iran, accordo sul nucleare: sviluppo atomico controllato

di Mario Di Ciommo14 Luglio 2015
14 Luglio 2015

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Fine dei colloqui tra Iran e il gruppo delle grandi potenze mondiali, il cosiddetto 5+1, composto da Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna (il consiglio di sicurezza dell’Onu) più la Germania. Di accordo non si può ancora parlare, dato che per archiviare la pratica servirà il voto del Congresso Usa e del Majlis iraniano, ma nei fatti un’intesa tra le parti è stata trovata.
Dall’inizio del suo programma nucleare Teheran aveva visto imporsi, a più riprese, sanzioni da parte della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite e dai singoli stati, tra cui Usa e Unione Europea. Dopo l’incontro di Vienna di quest’oggi si sblocca dunque una situazione che ha bloccato il mercato iraniano per diversi anni. La soluzione trovata, naturalmente, è di compromesso tra le parti e vedrà l’alleggerimento condizionato e progressivo delle sanzioni.
In particolare l’accordo prevede una soluzione tra Washington e Teheran che permetterà agli ispettori dell’Aiea, l’agenzia atomica dell’Onu, di chiedere di visitare i siti militari iraniani, ma l’accesso non sarà necessariamente garantito e potrà essere negato. L’intesa però impedirà a Teheran, per almeno 10 anni, di produrre materie sufficienti per la messa a punto di un’arma atomica e prevede nuove clausole per le ispezioni dei siti del Paese. In cambio però l’Iran potrà continuare a tenere operativi tutti i suoi impianti e, soprattutto, si libererà, a partire dal 2016, delle catene che stringono le sue esportazioni, le sanzioni impostegli proprio da quei paesi che oggi si sono ritrovati intorno a un tavolo a Vienna.
A sugellare l’intesa è stata Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. “Questa è una decisone che può aprire la strada a un nuovo capitolo delle relazioni internazionali. Penso che questo sia un segnale di speranza per il mondo intero” il suo commento allo storico accordo con l’Iran. Parole positive sono state spese anche da Sergio Mattarella: “Si tratta di un risultato atteso a lungo, un’inversione di tendenza di Medio Oriente” ha dichiarato il presidente della Repubblica.
Sulla stessa linea il presidente iraniano Hassan Rohani: “Con questo accordo si apre una nuova pagina nelle relazioni tra l’Iran e il mondo. Non abbiamo chiesto la carità, volevamo un accordo equo per tutti”. Soddisfazione anche da parte dei rappresentanti degli Stati Uniti, con Obama che ha parlato di “intesa che non permetterà all’Iran di sviluppare la bomba atomica” mentre John Kerry parla di “accordo che ci allontana dallo spettro del conflitto e ci avvicina alla possibilità della pace”.
Tra tanti commenti positivi spiccano però le forti critiche di Israele che, attraverso le parole del proprio presidente, Benjamin Netanyahu, ha parlato di “errore di proporzioni storiche”. Lo stesso premier israeliano ha aperto appositamente un account Twitter in lingua farsi per “spiegare agli iraniani che i miliardi di dollari che il regime otterrà serviranno a finanziare il terrorismo e le armi e non certo scuole e ospedali. L’Iran ha vinto un jackpot, una fortuna in denaro, che gli permetterà di perseguire la sua aggressione e il terrore nella regione e nel mondo”.
Ancora più duro è stato il vice ministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely che specifica come “Israele impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la conferma dell’accordo” e definendo gli accordi una vera e propria “licenza di uccidere, uno storico accordo di resa dell’Occidente all’asse del male dell’Iran”.

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